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Lavoro, il governo autorizza la fiducia. Oggi l'incontro con sindacati e Confindustria

Si lavora a maxiemendamento. Minoranza Pd: "Conseguenze politiche". Fassina: ''Se la delega resta in bianco è invotabile''. Sindacati convocati a Palazzo Chigi martedì mattina alle 8, alle 9 il premier incontrerà Confindustria. Camusso: "Pronti al confronto ma anche al conflitto". Renzi: "I sindacati ci diano una mano". E annuncia: "Disponibile a sbloccare gli scatti delle forze dell'ordine". Alfano: ''Tfr in busta solo a chi vuole''

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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06 ottobre 2014 | 12.24
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Il Consiglio dei ministri ha autorizzato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi a "porre eventualmente" la questione di fiducia sul ddl delega sul lavoro. Lo si apprende da fonti governative.

L'esecutivo sta lavorando per mettere a punto un maxiemendamento da presentare martedì sul jobs act. Nel testo, riferiscono fonti parlamentari, non dovrebbe esserci quella parte dove viene garantito il reintegro per i licenziamenti disciplinari.

Matteo Renzi, riferiscono, punta a ottenere l'ok del Senato sulla riforma del lavoro entro mercoledì, quando si svolgerà a Milano il vertice europeo sull'occupazione. Nel Pd, però, non si placano i malumori e la minoranza interna resta sugli scudi e avverte il presidente del Consiglio. ''Se la delega resta in bianco, è invotabile e con la fiducia ci saranno conseguenze politiche'', dice Stefano Fassina.

Parole che suonano come un vero e proprio altolà, anche se il viceministro all'Economia, Enrico Morando, cerca di smussare i toni: ''La posizione che ho difeso in questi anni è stata quasi sempre di minoranza, non mi sono mai stancato di difenderla ma non mi sono mai sognato di dire che in Parlamento avrei votato in modo diverso da quanto decideva sullo stesso argomento la maggioranza''.

Ad avvertire Renzi è anche Forza Italia, pronta a dare battaglia in Parlamento. Per Renato Brunetta, capogruppo azzurro alla Camera, ''la delega è generica e confusa, la minoranza del Pd promette battaglie, nessuno vuole la fiducia, Renzi la vuole per fare bella figura a Milano al prossimo meeting europeo''.

''Con queste premesse non si va da nessuna parte'', mette in guardia Brunetta ai microfoni del Tg2. Sulla stessa linea Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato: ''Noi non c'entriamo niente con le politiche del lavoro attuate dopo il complotto che ha eliminato il governo Berlusconi. Noi vogliamo l'abolizione dell'articolo 18 e non saremo la truppa di complemento per deleghe confuse e ancora da conoscere nei loro esatti contenuti''.

I leader sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono stati convocati per martedì mattina alle 8, nella sala verde di Palazzo Chigi. Al vertice con il premier Renzi ci sarà anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

Alle 9 il presidente del Consiglio, insieme a Poletti, riceverà il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il presidente di Rete Imprese Italia, Giorgio Merletti, e il presidente di Alleanza delle cooperative italiane, Mauro Lusetti.

Un'ora dopo Renzi vedrà i rappresentanti sindacali delle forze dell'ordine, alla presenza dei ministri della Difesa, Roberta Pinotti, e dell'Interno, Angelino Alfano. Ospite di 'Quinta Colonna', Renzi assicura: ''Daremo una mano vera, anche economica, alle forze dell'ordine. Domani li incontro, siamo disponibili a sbloccare gli scatti, ma diciamo no a certi comportamenti discutibili da parte di alcuni sindacati. Tutti ora dobbiamo fare sacrifici, 5 corpi di polizia sono troppi''.

Quanto alle riforme, ''ce la mettiamo tutta'', ''non molliamo di un centrimetro'', ''sono convinto che ce la faremo, noi terremo botta, come dicono in Emilia...'' dice il premier. Poi il lavoro: ''Noi abbiamo perso in 5 anni un milione di posti di lavoro, è tanta roba. Negli ultimi 6 mesi i primi segnali di timidissima ripresa ci sono stati: abbiamo avuto 83mila posti di lavoro in più ma prima di arrivare a un 1 milione campa cavallo...".

Quindi rivolto ai sindacati: ''Vorrei che ci dessero una mano, chiederò a loro domani di darmi una mano''.

La posizione dei sindacati - ''Il sindacato è sempre pronto al confronto e altrettanto pronto al conflitto per contrastare politiche non condivise'', scandisce Susanna Camusso, leader Cgil, aprendo la giornata di lavori al summit dei sindacati europei.

''Il nuovo governo si era presentato all'insegna del superamento della rappresentanza sociale e sindacale. Negli ultimi giorni forse si è determinato un cambiamento: spero che il ripensamento sia vero e serio - aggiunge - Perché l'idea del jobs act è quello di concedere diritti poco estesi in cambio di un taglio dei diritti per chi ha un lavoro stabile e una politica di ridimensionamento del salario''.

''C'è preoccupazione che l'idea del governo sia quella di voler decidere i confini dell'azione dei sindacati restringendola alla sola contrattazione aziendale: se fosse così lo interpreteremmo come un esplicito attacco alla contrattazione tra le parti e all'autonomia del sindacato'', afferma la leader Cgil.

Camusso denuncia poi che la Commissione europea non ha ancora convocato i sindacati europei. ''Siamo in attesa di una convocazione perché non si è mai verificato un mancato dialogo tra i sindacati e la Commissione'', rimarca, sottolineando come l'eventualità possa avvenire durante la presidenza di turno italiana e ricordando come ''l'unico precedente di un non dialogo fu quello di madame Thatcher''.

Riguardo alla convocazione di martedì a Palazzo Chigi, Camusso mette in chiaro: "Non basta un incontro per dire che vanno bene le politiche del governo". E annuncia: "Se il governo andrà avanti con queste politiche è evidente che proseguiranno le mobilitazioni".

Il leader della Cisl Raffaele Bonanni la mette giù secca: "Se ci capiremo, in un'ora si possono fare tante cose: chiederci cosa ne pensiamo ma soprattutto dirci cosa vuole fare il governo". Anche la Uil non si scompone per la rapidità dell'incontro: "Utilizzeremo al meglio il tempo che abbiamo".

Ma è sull'ipotesi di una diretta streaming dell'incontro, strumento già utilizzato dal premier, e ventilato dai giornalisti, che si scatena l'ironia dei sindacati. "Sarebbe davvero un grande programma politico e una vera risposta alla crisi", spiega Bonanni. "Spero che in diretta Renzi oltre alla solidarietà dica che segue le politiche di Hollande, invece di fare come certi imprenditori con il cuore a sinistra e il portafogli a destra", replica la Uil del quasi leader Carmelo Barbagallo mentre, su questo, la Cgil di Camusso sceglie una linea più morbida: "Non ci preoccupa né lo streaming né l'idea di un incontro tradizionale".

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