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Azienda Italia riprende il passo della crescita, 30mila imprese in più nel 2014

Fortissima frenata delle cessazioni. I dati, rileva il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, "indicano che, a differenza delle tante false partenze registrate in questi anni, stavolta forse siamo davanti ad una reale opportunità di invertire la rotta"

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03 febbraio 2015 | 11.42
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Il sistema delle imprese sembra aver ritrovato il passo della crescita e, nonostante una buona parte dell’anno trascorsa con l’affanno, alla fine del 2014 mette a segno un saldo positivo tra aperture e chiusure. Il bilancio, di poco superiore alle 30mila unità, è pari a un tasso di crescita del numero delle imprese registrate dell’0,51%, più che doppio rispetto all’anno precedente (+0,21%). E' quanto emerge dai dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese risultante dal Registro delle imprese nel 2013 diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione condotta da InfoCamere.

Il risultato appare totalmente determinato dalla fortissima frenata delle cessazioni (340.261 le imprese che hanno chiuso i battenti, 31.541 unità in meno rispetto a quanto avvenuto nei dodici mesi precedenti). Il dato è il migliore dal 2010 e segnala una probabile inversione di tendenza nelle attese degli imprenditori oggi attivi, che intravvedono la possibilità di un effettivo rilancio delle attività nel corso del 2015.

Al dato positivo dello stop nell’emorragia di imprese, fa eco un segnale altrettanto importante dal lato delle aperture. Nei dodici mesi appena trascorsi, infatti, le nuove iniziative sono state 370.979, un risultato insperato benché inferiore a quello dell’anno precedente. Aldilà della conferma che, per chi si accinge a fare impresa, le incertezze del quadro economico non sono ancora del tutto superate, il dato sembra indicare l’urgenza di completare le riforme economiche (da quella del lavoro, al fisco, alla semplificazione) per facilitare l’avvio di nuove iniziative.

I segnali che vengono dall’economia reale, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, "indicano che, a differenza delle tante false partenze registrate in questi anni, stavolta forse siamo davanti ad una reale opportunità di invertire la rotta".

Imprese e famiglie, rileva, "hanno atteso a lungo questo momento e, come ha opportunamente indicato il nuovo capo dello stato, è alle loro difficoltà e alle loro speranze che dobbiamo guardare per dare risposte concrete. Oggi le condizioni per consentire all’Italia di riprendere il cammino dello sviluppo sembrano sommarsi in modo virtuoso e, per questo, vanno colte senza indugio. Per ridare lavoro a chi lo ha perso e ai tanti giovani che lo cercano, bisogna mettere l’impresa al centro dell’azione riformatrice del Governo e del Parlamento. Semplificando il quadro normativo e fiscale su impresa e lavoro, e lavorando con determinazione per combattere le inutili incrostazioni burocratiche che frenano i nostri imprenditori".

La riorganizzazione delle Camere di commercio "può essere uno strumento in più per facilitare questi processi e cogliere le opportunità che stanno maturando in questa fase", conclude Dardanello.

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