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Def: pil in crescita dell'1,2%. Padoan punta sulle riforme

Pier Carlo Padoan  (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Pier Carlo Padoan (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
09 aprile 2016 | 22.09
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Pil in crescita dell'1,2%, deficit in discesa al 2,3% e debito in calo al 132,4%. Il 2016, nelle previsioni del Documento di economia e finanza, sarà l'anno della svolta. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nella premessa che accompagna il documento, spiega che saranno le riforme che ''restituiranno all’Italia la capacità di competere e confrontarsi con le principali economie del mondo''. E sottolinea il buon lavoro fatto nell'ultimo biennio, che ha consentito di ridurre la pressione fiscale di 0,8 punti percentuali.

Nella versione definitiva del Documento di economia e finanza entra anche il capitolo pensioni. Il Governo annuncia che ''valuterà, nell’ambito delle politiche previdenziali, la fattibilità di interventi volti a favorire una maggiore flessibilità nelle scelte individuali''. Mentre nella tabella relativa al quadro macroeconomico compaiono i numeri della disoccupazione: quest'anno scenderà all'11,4%, cioè 0,5 punti percentuali in meno rispetto allo scorso anno. Secondo le previsioni del Mef la disoccupazione scenderà di 0,5 punti l'anno, passando dal 10,9% del 2017 al 10,4% del 2018, per abbandonare le due cifre nel 2019 (9,9%).

Lo sforzo profuso dal Governo, sottolinea Padoan, ''è stato in questi anni ampio e incisivo, e ha prodotto risultati assai significativi in un lasso di tempo relativamente breve''. In prospettiva l'azione di riforma ''è rivolta a migliorare anche il contesto alla base delle decisioni di investimento''. Nel breve termine, assicura il ministro, saranno adottate ''nuove misure, mentre una ''particolare enfasi'' sarà messa sulla concreta attuazione delle riforme già avviate.

Il ministro sottolinea più volte la difficile situazione esterna, parlando di una ''prospettiva di incertezza e debolezza che si va diffondendo nel panorama globale''. L'azione del governo, già negli ultimi mesi, ''si è misurata con un contesto estero via via più problematico''. E nel futuro sarà necessario tenere conto ''dell'insoddisfacente crescita del commercio mondiale''.

Nonostante la ''fragilità del contesto di riferimento'' il paese è tornato a crescere, con un incremento del prodotto interno lordo dello 0,8% nel 2015. Nello scenario programmatico l'accelerazione della crescita proseguirebbe nel 2017 e 2018, anche beneficiando della politica di bilancio orientata al sostegno dell'attività economica e dell'occupazione.

Nel futuro, per sostenere la crescita del prodotto, ''si rendono necessari ulteriori miglioramenti di competitività e l'accelerazione degli investimenti, la componente della domanda che maggiormente ha subito l'impatto della grande crisi''.

Le politiche nazionali, comuni a tutte le regioni, secondo il ministro ''vanno rafforzate laddove persistano ritardi nella formazione del capitale umano, nella produttività e nelle infrastrutture, supportandole anche con opportuni stimoli macroeconomici, quali quelli contenuti nella legge di stabilità 2016''.

Con l’obiettivo di contribuire alla riduzione degli squilibri territoriali il Masterplan per il Mezzogiorno ''mira a sviluppare filiere produttive muovendo dai centri di maggiore vitalità del tessuto economico meridionale, accrescendone la dotazione di capacità imprenditoriali e di competenze lavorative''.

Secondo le stime contenute nel Def il deficit passerà dal 2,6% del 2015 al 2,3 di quest'anno, per poi scendere all'1,8% nel 2017, allo 0,9% nel 2019 e allo 0,1% nel 2019. Nel 2015 il rapporto debito/PIL si è sostanzialmente stabilizzato; per il 2016 si prevede una discesa dal 132,7 al 132,4 per cento; per il 2019 si prevede un valore pari al 124,3 per cento. L’inversione della dinamica del debito "è un obiettivo strategico del Governo".

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