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Grecia: Sersale (Anthilia), Samaras mira a uscire da impasse

Il premier greco Antonis Samaras (Xinhua/Infophoto).
Il premier greco Antonis Samaras (Xinhua/Infophoto).
09 dicembre 2014 | 20.42
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Anticipando al 17 dicembre l'elezione del nuovo presidente della Repubblica Ellenica, il premier greco Antonis Samaras ha fatto una mossa che mira a rimettere in linea i parlamentari più riottosi, agitando lo spettro delle elezioni politiche. Lo spiega Giuseppe Sersale, stragegist di Anthilia Capital Partners, nella sua neswletter quotidiana Lampi di colore.

Samaras, con la decisione di ieri, mira a "cercare di sbloccare un impasse con Bruxelles per l'erogazione della tranche del bail out - dice Sersale - e alla successiva concessione di una linea di credito per assistere l'uscita del Paese dal programma. Poiché le negoziazioni con la Troika non portavano a nulla, Bruxelles ha concesso alla Grecia una proroga tecnica di due mesi per permettergli di ricompattare l'esecutivo".

"Infatti - continua Sersale - la legge greca prevede che, nel caso le maggioranze qualificate non vengano raggiunte per l'elezione del presidente (200 su 300 parlamentari alle prime 2 consultazioni e 180 alla terza), si devono indire nuove elezioni politiche. Il problema è che al momento i sondaggi indicano Syriza, il partito di estrema sinistra il cui leader Alexis Tsipras vuole ripudiare i termini del bail out, in testa ai sondaggi di un buon margine".

"L'incombere delle presidenziali a febbraio - prosegue lo strategist - rendeva impossibili le trattative tra la Troika e il governo greco, bloccando l'erogazione dei fondi. Il colpo di mano di Samaras mira a risolvere la questione a dicembre, per poi negoziare l'assistenza a inizio 2015, senza più l'incubo delle politiche. Ma il rischio è che le maggioranze qualificate si rivelino irraggiungibili e quindi si vada alle politiche lo stesso".

"Samaras, il cui governo conta sul supporto di 155 parlamentari - aggiunge Sersale - sembra sperare che lo spettro delle politiche con le casse statali vuote convinca i 45 parlamentari indipendenti o di partiti minori a fornirgli i 25 voti mancanti. Oppure che convinca successivamente gli elettori a confermare l'esecutivo in essere. I mercati non sembrano condividere la sua fiducia e oggi Atene ha perso il 12.7% e le principali banche greche tra il 13 e il 20%. Inevitabile l'impatto sui mercati europei e sul settore bancario".

"Sicuramente quella greca - conclude lo strategist - è una discreta tegola per l'Unione Europea. Peraltro, era nota nella sostanza, e la mossa di Samaras non ha fatto che avvicinare nel tempo lo showdown che comunque doveva avvenire agli inizi del 2015. La mossa non mi pare mal congegnata, mettendo i parlamentari di fronte alla scelta se raggiungere la maggioranza subito o trovarsi in campagna elettorale con lo spettro di una rottura con Bruxelles. Ma ovviamente la situazione resterà incerta nelle prossime settimane e i mercati ne risentiranno a tratti. Prepariamoci a una vigilia di Natale e Capodanno col pallottoliere per contare i voti".

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