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Cinque Terre, Riomaggiore promuove turismo sostenibile: vietati sexy shop, discoteche e kebab

16 aprile 2024 | 12.15
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La salvaguardia del patrimonio ambientale e artistico della città “combatte” l’overtourism con la chiusura di alcune attività commerciali

Città di Riomaggiore - - Canva
Città di Riomaggiore - - Canva

La stagione estiva si avvicina e il turismo inizia già a dare i suoi primi segnali di vitalità. Ecco che le città, soprattutto i piccoli borghi, località marittime e città dall’alto valore artistico, naturalistico e ambientale, iniziano a prendere le misure di contenimento di un overtourism che ci si aspetta possa essere ingestibile per l’estate 2024. L’obiettivo diventa quello di mettere in sicurezza il patrimonio territoriale e i cittadini. Questo è il caso del comune di Riomaggiore che si sta avviando alla chiusura di sexy shop, discoteche e locali di prodotti di vendita di cibo come il kebab, ad esempio, per gestire al meglio il turismo nelle Cinque Terre. Vediamo insieme in cosa consistono divieti e interdizioni.

L’intesa con la Regione

Un’intesa tra il comune di Riomaggiore e la Regione Liguria si ripropone lo scopo di contribuire al miglioramento della qualità della vita e alla qualificazione dell’area perimetrata attraverso una serie di misure. Tra queste: l’individuazione di un percorso di contrasto alle situazioni di degrado ambientale per il mantenimento dell’identità e delle tradizioni del territorio; la difesa della vocazione dell’area e la lotta al deterioramento delle condizioni economico-sociali del territorio con l’obiettivo di restituire le condizioni di sviluppo del tessuto commerciale dell’area individuata nonché di vivibilità per i cittadini, i turisti e le altre categorie che la frequentano.

Per realizzare ciò, l’intesa si è prefissa di escludere alcune tipologie merceologiche che contribuiscono “al degrado del territorio o che non rispondono agli obiettivi di sviluppo qualitativo individuati – si legge nella nota. La volontà comune è quella di – persegue la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione del territorio del Comune di Riomaggiore ricompreso nell’ambito del Patrimonio Mondiale Unesco delle Cinque Terre, al fine di preservarne ed esaltarne le caratteristiche urbane, la vivibilità, l’ambiente, il paesaggio, il decoro e le peculiarità”.

La notizia ha attirato l’ilarità e le polemiche di cittadini del posto che si sono chiesti di quali discoteche si parli, vista la carenza delle stesse anche prima dell’interdizione, così come il divieto di friggitorie e locali che vendono kebab “che senso ha? Quali problemi arrecano al turismo?”, si legge sui social. C’è chi, invece, ha accolto positivamente la notizia, sostenendo che l’identità territoriale necessita di essere preservata considerato che “un turista che visita le Cinque Terre non vuole sentire puzza di fritto in città”. Ma vediamo quali sono le attività interdette dall’intesa.

Le attività interdette: l’elenco completo

“Le attività sottoindicate – si legge nella bozza di intesa sul sito del Comune di Riomaggiore - costituiscono elencazione tassativa per cui la ricezione di istanze riferite o riferibili al loro svolgimento sotto qualsiasi forma saranno considerate irricevibili e ne sarà data comunicazione all’interessato per le vie di rito”. In altre parole, saranno vietate:

  • Somministrazione di alimenti e bevande esercitate in qualunque forma, pubblica o privata, previste dalla Legge Regionale della Liguria 1/2007, ad eccezione di quelle in possesso della Certificazione CETS – Carta Europea del Turismo sostenibile rilasciata dal Parco Nazionale delle Cinque Terre (o con avvio dell’iter per l’ottenimento della certificazione stessa), con la disponibilità di posti a sedere all’interno del locale e il non utilizzo di concessioni di suolo pubblico per lo svolgimento dell’attività;
  • Distributori automatici di prodotti alimentari e non, installati sul suolo pubblico o collocati in locali a ciò esclusivamente dedicati;
  • Attività di vendita del settore merceologico alimentare e attività artigianali, di preparazione/cottura finalizzata esclusivamente alla vendita di alimenti fritti (friggitorie);
  • Attività di vendita del settore merceologico alimentare e attività artigianali di preparazione/cottura finalizzata esclusivamente all’asporto e al consumo sul posto;
  • Attività di vendita del settore merceologico alimentare che utilizzano alimenti precotti (es. kebab) e/o surgelati/congelati, con esclusione della cottura del pane.
  • Esercizi di commercio al dettaglio del settore merceologico alimentare che svolgono la vendita di bevande alcoliche eccetto quelle che possiedono certificazioni di qualità ai sensi di certificazioni di prodotto riconosciute agli alimenti della Comunità Europea che vengono rilasciate da enti ed organismi di certificazione riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole e garantiscono la provenienza originale del prodotto e/o che il processo di produzione avvenga in virtù di modalità legate a tipicità territoriali nel rispetto del disciplinare che sovrintende al marchio di qualità;
  • Attività che metta a disposizione del proprio cliente, anche in forma gratuita, macchinette a cialde e non, per preparare caffè o cappuccini;
  • Attività di macelleria e polleria che prevedono la vendita di prodotti non di origine italiana;
  • Esercizi di commercio al dettaglio e/o all’ingrosso del settore merceologico non alimentare che offrono una gamma indistinta e generalizzata di prodotti vari senza alcuna specializzazione;
  • Sexy shop;
  • Esercizi cosiddetti “compro-oro” e similari;
  • Sale giochi;
  • Commercio all’ingrosso con deposito della merce;
  • Sale da ballo, discoteche e night club;
  • Money change, phone center, internet point, money transfer esclusivi o prevalenti;
  • Lavanderie automatiche ad eccezione di quelle self-service esentate dal possesso della AUA;
  • Commercio al dettaglio in sede fissa di cose usate, ad eccezione di arredamento, complementi di arredo e oggetti da collezione;
  • Esercizi di commercio al dettaglio e/o all'ingrosso per vendita di accessori per telefonia, esclusi i marchi di telefonia mobile;
  • Centri massaggi (salvo quelli ricompresi nell’attività di estetista).
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