Nel 2012 avevamo visitato il cantiere e oggi ce la racconta così chi vive in questa casa 100% naturale, nella periferia sud della Capitale (VIDEO) Ma dal fai da te ad altissime prestazioni alla cromoterapia, sono tante le soluzioni per abitare green
Una casa che respira, calda, accogliente, silenziosa. Il massimo del comfort, con bollette ridotte al minimo e rispetto dell'ambiente assicurato perché i materiali di cui è fatta sono completamente naturali e quello principale è, insieme al legno, la paglia. A Roma, nel quartiere Quadraro, c'è la prima e unica casa di paglia della Capitale: nel 2012 avevamo visitato il suo cantiere quando la casa era ancora, più che un progetto, quasi un'utopia; ora che la casa è finita siamo tornati a chiedere, a chi ci abita, com'è vivere in una casa di paglia. (VIDEO)
“Io mi trovo benissimo: piacere, tepore e comfort abitativo sono garantiti”, dichiara all'Adnkronos Giuseppe Oman, che nella casa oggi ci vive dopo aver partecipato attivamente alla sua costruzione. E apre le porte della sua abitazione avvolta in un piacevole tepore, nonostante il tempo inclemente della piovosa giornata di gennaio, mostrando con orgoglio il display del termostato che indica che i riscaldamenti sono spenti “da ieri sera”, aggiunge.
Uno dei vantaggi della casa di paglia è infatti “la coibentazione che consente un'elevata tenuta termica: basta riscaldare l'appartamento un paio di ore al giorno ed è sufficiente per tutta la giornata”, spiega l'inquilino sottolineando che la coibentazione protegge anche dal rumore: la casa si affaccia proprio sulla strada, il traffico scorre a circa un metro dalle finestre, ma noi non lo sentiamo.
La paglia poi “è un materiale traspirabile quindi la casa 'respira' e l'umidità è sempre controllata”. Insomma, nella realtà il sogno di vivere in una casa di paglia si è rivelato un'ottima soluzione, “sotto tutti gli aspetti, anche dal punto di vista ecologico, perché tutti i materiali sono naturali e totalmente biodegradabili e non rilasceranno residui”.
Le balle di paglia si comportano esattamente come i mattoni: vengono impilate una sopra e accanto all'altra, alternate ai portanti della struttura in legno. Fatto questo si procede con l'intonaco, che in questo caso verrà fatto utilizzando il cocciopesto: un intonaco antico, impermeabile e traspirante, utilizzato ampiamente dai Romani per il rivestimento delle cisterne, ma la cui tradizione era andata perduta, almeno fino a quando non è stata recuperata per realizzare questa casa.
Casa che prevede anche un sistema di raccolta delle acque piovane, impianto fotovoltaico e solare termico. Il risultato: altissime prestazioni dal punto di vista dell'isolamento termico e della traspirazione, con conseguente risparmio energetico e un buon livello idrotermico.
E' comunque la paglia la grande protagonista, “sostanzialmente un materiale di scarto, e quindi economico, che viene acquistato dal contadino direttamente sul campo e consente di realizzare una parete monostrato – spiega l'architetto Paolo Robazza - con un unico elemento si realizza tamponatura, cioè chiusura delle pareti verticali esterne, e isolamento”.
A differenza di quello che si può immaginare, sulla scorta della favola dei tre Porcellini, questa casa “non è a rischio incendio – rassicura l'architetto - perché la paglia una volta intonacata è al sicuro e poi è priva di ossigeno. Ed è durevole: ci sono esempi di case di paglia in Nebraska che hanno più di 130 anni di vita e sono in perfetto stato”.