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Argirò: "Una mosca bianca nel panorama jazz"

03 aprile 2024 | 13.27
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E' una delle artiste del panorama 'nu jazz', in uscita il suo V album 'Closer'presentato in tour in Italia

Argirò:

Maria Chiara Argirò è una delle artiste più promettenti del panorama 'nu jazz', tra le poche donne di un genere considerato fino a non molto tempo fa ''la musica della vecchia generazione'. È in uscita il suo quinto album 'Closer', che verrà presentato con un tour tra Milano (domani all’Apollo Club), Bologna e Roma. "Scrivere questo lavoro è stata un’esperienza abbastanza surreale. E'̀ un album che ha avuto proprio l’esigenza di essere scritto, una di quelle situazioni che capitano davvero di rado a un’artista", racconta al quotidiano La Ragione.

Romana di nascita e londinese d’azione, grazie alla madre insegnante di danza inizia a suonare il pianoforte classico all’età̀ di nove anni. Poi lo shock. Durante l’adolescenza scopre il jazz. "Ed è diventata un’ossessione", spiega, capace di mettere in crisi i suoi rigidi canoni classici, che iniziano così a fondersi con le note di Miles Davis e Herbie Hancock. Argirò inizia a sviluppare una sua personalità̀ musicale che la porta a Londra, la città dove la musica trova il suo spazio naturale.

"L’apertura con l’Italia è avvenuta con 'Forest City', il precedente album del 2022. Ed è accaduta in modo molto puro, senza che facessi nessuna operazione di marketing. Questo mi ha colpito profondamente perché́, per quanto viva a Londra ormai da tantissimi anni, le mie radici sono e saranno sempre nel Paese dove sono nata", sottolinea. Ricorda i suoi ultimi anni romani in cui ha avuto troppo spesso la sensazione di essere "una mosca bianca nel panorama jazz" e di essersi sentita "sempre accerchiata da uomini".

'Algoritmo ha rovinato tutti gli artisti, viviamo tempi ostici tra streaming e giochi dell’industria musicale'

Ma la sua non è una tipica storia di 'cervello in fuga’'. "Non sono scappata dall’Italia. Sono partita per studiare (prima una laurea alla Middlesex University e poi il London Centre of Contemporary Music) e sono rimasta a Londra per la musica, che qui è come una bomba atomica". Anche oltreconfine sono presenti però le stesse dinamiche che stanno scuotendo il mercato musicale. Un algoritmo impietoso nei confronti dei nuovi artisti e generi, la corsa alla visualizzazione sfrenata, una scarsa attenzione alla salute mentale degli artisti (in Italia abbiamo avuto i casi di Sangiovanni e Mr. Rain).

"Sì, l’algoritmo ha rovinato un po’ tutti gli artisti - spiega ancora - I tempi che viviamo sono veramente ostici, tra streaming e giochi dell’industria musicale. Sono meccanismi a cui penso sempre quando li subisco. Però sono anche convinta che si è arrivati a un punto di rottura e il fatto che gli artisti ne parlino non può̀ che essere un bene", confessa Argirò.

È importante coinvolgere nel processo di cambiamento tutti, dagli addetti ai lavori agli ascoltatori finali. "Nel mio piccolo sono un’attivista - confessa - anche con le persone che non fanno musica parlo tanto dell’importanza di acquistare i dischi e andare ai live show, piuttosto che limitarsi a un ascolto passivo sulle piattaforme di streaming", spiega a La Ragione. Un cambiamento che può coinvolgere anche i giornalisti. "Ad esempio tutti mi chiedono: 'Quale sarà il tuo prossimo progetto?'. Si pensa sempre al futuro e mai al presente e questo pesa sulla salute mentale di un artista. Io invece voglio concentrarmi sul 'qui e ora' e godermelo. È l’unico modo per fare musica che conosco".

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