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Funivia Mottarone, tre fermi. Trovato un secondo forchettone

26 maggio 2021 | 06.43
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Il procuratore: fermati consapevoli da settimane del guasto

I tre fermati erano consapevoli da settimane del guasto al sistema frenante di sicurezza, ha affermato in mattinata il procuratore capo. Con il gestore dell’impianto della funivia del Mottarone, un ingegnere e un capo del servizio attualmente in stato di fermo c’è stato un "confronto di carattere tecnico. Si sono ‘giustificati’" rispetto alle consapevoli anomali del sistema frenante dell’impianto "per superare le difficoltà economiche ed evitare che si fermasse a lungo". Così si è preferito "disinnescare" sulla cabina precipitata il sistema frenante di sicurezza, ha detto il procuratore Bossi.

"Abbiamo potuto accertare dai reperti analizzati in questi due giorni e in particolare dall’analisi dei reperti fotografici che la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso, cioè non era stato rimosso o meglio era stato apposto il 'forchettone' che tiene distante le ganasce dei freni che dovrebbe dovuto bloccare il cavo in caso di rottura del cavo" ha aggiunto il procuratore di Verbania. L’esigenza di questa ‘toppa provvisoria’ nasce dall’esigenza di non bloccare a lungo l’impianto che presentava "delle anomalie".

Uno sviluppo investigativo "molto inquietante": con la "convinzione che mai si sarebbe tranciato il cavo, si è corso il rischio" più volte di una tragedia, sebbene le anomalie del sistema fossero state "segnalate più volte". Tra gli ultimi interventi c’è sicuramente quello del 3 maggio scorso, ma almeno un’altra richiesta di intervento sarebbe stata ignorata, insomma la cabina sarebbe stata a rischio per più giorni o settimane.

Procuratore: sconcertati, impianto sarebbe dovuto rimanere fermo

Un comportamento “consapevole e sconcertante” perché i tre fermati avrebbero avuto consapevolezza del malfunzionamento dell’impianto frenante e per “evitare continui disservizi e blocchi” hanno preferito per settimane continuare a mettere a rischio i passeggeri, coscienti che l’"anomalia necessitava di un intervento più radicale, di un blocco più consistente” dell’impianto, ha aggiunto il procuratore di Verbania.

Così per ovviare allo stop che avrebbe comportato la perdita di soldi i tre avrebbero deciso di “manomettere il sistema di sicurezza”, cioè di apporre il forchettone per ovviare al problema al sistema frenante. Forchettone che, una volta che si è tranciato il cavo trainante della funivia, ha impedito alla cabinovia di restare sospesa e l’ha lasciata precipitare nel vuoto per circa 20 metri.

Sanitari: Eitan ha ripreso conoscenza e aperto occhi

Intanto, in mattinata, Eitan - il bimbo di origine israeliana unico sopravvissuto alla tragedia - "è stato estubato, per un momento ha ripreso conoscenza, ha aperto gli occhi e ha trovato di fronte a se un viso conosciuto, quello della zia" ha detto il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle. "Il risveglio sta proseguendo ma essendo ancora sedato dai farmaci è un po' intontito dagli anestetici che ha in corpo" ha proseguito La Valle, sottolineando che "questa è una fase molto delicata. La notte è passata tranquilla e conferma la stabilità clinica del bambino nonostante le condizioni critiche".

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