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Difesa, le grandi manovre partono dalle imprese

11 aprile 2025 | 15.55
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Il contesto geopolitico sempre più instabile impone una crescita del settore difesa. Al piano politico, ancora attraversato da divisioni e posizioni difficilmente conciliabili, sia in Italia sia in Europa, si lega il piano industriale, capace invece di accelerare un processo di sviluppo che non solo rafforza la sicurezza nazionale, ma contribuisce al PIL e stimola l'innovazione tecnologica. L'Italia, peraltro, può contare su eccellenze mondiali del settore che possono trainare l’intero comparto. Il riferimento è ovviamente a Leonardo, leader nell'aviazione e cyber-sicurezza, e Fincantieri, tra i leader mondiali nella cantieristica navale. A incrementare le potenzialità di sviluppo, ci sono recenti operazioni finalizzate a valorizzare gli accordi strategici necessari. A partire da quello che ha portato alla cessione da Leonardo a Fincantieri della divisione ‘Underwater Armament Systems’. Whitehead Alenia Sistemi Subacquei, storica partecipata al 100% di Leonardo, nasce come una società specializzata nella costruzione di sistemi di difesa sottomarini e in particolare siluri, contromisure e sonar. All’inizio del 2016, la società è confluita in Leonardo, diventando una linea di business, ed è stata ridenominata ‘Underwater Armaments & Systems’. Ora è passata a Fincantieri. L’operazione rappresenta un tassello fondamentale nella strategia del Gruppo Fincantieri, incentrata sull’ulteriore crescita nel business della difesa navale e sullo sviluppo del dominio della subacquea, rafforzando la propria posizione come integratore tecnologico di riferimento in ambito duale. Altro dossier interessante è quello che riguarda Iveco Defence Vehicles, la divisione dei veicoli militari del gruppo controllato da Exor, su cui hanno messo gli occhi i big della difesa europei. Si tratta secondo indiscrezioni di stampa di Knds, gruppo nato dell’aggregazione di Kmw e Nexter, due dei principali produttori europei di sistemi terrestri militari con sede in Germania e Francia, del gruppo ceco Csg, già presente in Italia, e della britannica Bae Systems che ha due collaborazioni con Leonardo: entrambi soci del consorzio missilistico Mbda e partner del programma Gcap per i caccia di sesta generazione. Resta percorribile anche l’opzione Leonardo, già ventilata più volte nei mesi scorsi, che potrebbe intervenire tramite la neonata joint venture con la tedesca Rheinmetall, alla luce della maxicommessa ricevuta dal governo italiano per produrre veicoli militari e alla quale Idv parteciperà con una quota del 12-15%.

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