Licenziati perché hanno sostenuto "con la parola" la rivoluzione del popolo siriano. E' questa la decisione presa dal ministro siriano dell'Informazione, Omran al-Zaabi, nei confronti di 101 impiegati dell'Ente pubblico per la radio e la televisione in Siria, secondo quanto ha riferito il sito di notizie vicino all'opposizione 'Siraj Press'.
Licenziati perché hanno sostenuto "con la parola" la rivoluzione del popolo siriano. E' questa la decisione presa dal ministro siriano dell'Informazione, Omran al-Zaabi, nei confronti di 101 impiegati dell'Ente pubblico per la radio e la televisione in Siria, secondo quanto ha riferito il sito di notizie vicino all'opposizione 'Siraj Press'.
La misura riguarda diverse figure professionali all'interno dell'Ente, tra cui "corrispondenti, giornalisti, redattori, registi, fotografi, impiegati e amministrativi", spiega il sito, sottolineando che il regime di Damasco non si è limitato ad allontanarli, ma li ha banditi da qualunque altra posizione lavorativa all'interno delle istituzioni ufficiali.
Un passo analogo era già stato preso in precedenza dal sindacato degli artisti siriani, che aveva diffuso una 'lista nera' di 30 artisti di spicco colpevoli di aver "offeso i simboli della sovranità nazionale" e "aver partecipato allo spargimento di sangue siriano con il loro sostegno all'opposizione armata".