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Gaza, Onu approva risoluzione: ci sono aiuti ma non cessate il fuoco

Dal Consiglio di Sicurezza via libera al testo con il voto favorevole di 13 Paesi membri, Stati Uniti e Russia si astengono

Bombardamenti nella Striscia di Gaza (Afp)
Bombardamenti nella Striscia di Gaza (Afp)
23 dicembre 2023 | 06.57
LETTURA: 6 minuti

Dopo giorni di negoziati, un veto posto dagli Stati Uniti e il timore di un secondo stop il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede maggiori aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza. Di fatto però non chiede un cessate il fuoco immediato. Il testo è passato con il voto favorevole di 13 Paesi membri, mentre gli Stati Uniti e la Russia si sono astenuti. E se Israele ringrazia gli Usa per aver mostrato il suo sostegno, per Hamas la risoluzione votata dal Consiglio di Sicurezza ''non è una misura sufficiente''.

Cosa c'è nella risoluzione

La risoluzione prevede ''pause e corridoi umanitari urgenti ed estesi in tutta la Striscia di Gaza per un numero sufficiente di giorni per consentire un accesso umanitario completo, rapido, sicuro e senza ostacoli''. Il testo della risoluzione presentata dagli Emirati Arabi Uniti su Gaza è stato ''ammorbidito'' per poter essere finalmente approvato. Non chiede un cessate il fuoco immediato, ma stabilisce quando e come portare maggiori aiuti a Gaza. Nel testo concordato è scritto anche quando e come creare le condizioni per porre fine o almeno sospendere i combattimenti nella Striscia di Gaza. Il punto di maggior attrito tra i Paesi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato sul ruolo di Israele nel decidere quali aiuti possono arrivare e se chiedere un cessate il fuoco, la cessazione o la sospensione delle ostilità.

L'ambasciatrice degli Emirati Lana Zaki Nusseibah ha parlato di "miracolo di Natale che tutti speravamo, per inviare un messaggio positivo alla gente di Gaza che soffre di condizioni di vita insopportabili".

Un cessate il fuoco umanitario è "l'unico modo per iniziare a soddisfare i bisogni disperati della popolazione di Gaza e porre fine al loro incubo in corso", ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite. "La risoluzione del Consiglio di Sicurezza può finalmente contribuire a raggiungere questo obiettivo, ma nell'immediato è necessario molto di più", ha affermato.

"Guardando al lungo termine, sono estremamente deluso dai commenti di alti funzionari israeliani che mettono in discussione la soluzione dei due Stati", ha proseguito, aggiungendo che ''il vero problema'' è l'offensiva di Israele che sta ''creando enormi ostacoli alla distribuzione degli aiuti umanitari all’interno di Gaza''.

Le reazioni

L'ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha ringraziato gli Stati Uniti e il suo presidente Joe Biden per aver dimostrato di sostenere Israele e di ''essere al suo fianco durante i negoziati sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite'' approvata ieri. ''La decisione permette all'autorità di sicurezza di Israele di monitorare e ispezionare gli aiuti che entrano a Gaza'', ha detto Erdan, sottolineando che ''sono state mantenute le linee rosse definite''.

Con un tweet Erdan ha sottolineato che ''non dobbiamo ignorare il fatto che il Consiglio di Sicurezza nel suo insieme non ha ancora condannato il massacro del 7/10. Questa è una vergogna che rivela l’irrilevanza dell’Onu rispetto alla guerra a Gaza. Concentrarsi solo sui meccanismi di aiuto per Gaza non è necessario perché Israele consente comunque l’introduzione di aiuti su qualsiasi scala necessaria''. Secondo il diplomatico ''l'Onu avrebbe dovuto concentrarsi sulla crisi umanitaria dei rapiti e così forse avrebbe portato ad un miglioramento della situazione. I fallimenti delle Nazioni Unite negli ultimi 17 anni hanno permesso ad Hamas di scavare tunnel terroristici e produrre missili e razzi, ed è chiaro che non ci si può fidare per supervisionare gli aiuti che entrano nella Striscia''.

Un cessate il fuoco immediato, assistenza umanitaria su vasta scala e nessuno sfollamento forzato. E' quello di cui la popolazione della Striscia di Gaza ha bisogno, ha dichiarato l'ambasciatore palestinese all'Onu, Riyad Mansour, definendo il voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla risoluzione di Gaza ''un passo nella giusta direzione''. ''Ciò con cui abbiamo a che fare è un tentativo di distruzione del nostro popolo e il suo allontanamento per sempre dalla sua terra. Questo è l'obiettivo di Israele, il vero obiettivo. Nessun futuro per i palestinesi in Palestina'', ha detto Mansour.

Per Hamas invece la risoluzione votata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ''non è una misura sufficiente'' e ''non risponde alla situazione catastrofica creata dalla macchina da guerra sionista'' nella Striscia di Gaza. "Negli ultimi cinque giorni l'Amministrazione statunitense ha lavorato duramente per svuotare questa risoluzione della sua essenza", hanno affermato in una nota i miliziani di Hamas. "Emanarla con questa formula debole'', ''sfida la volontà della comunità internazionale e dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di fermare l'aggressione di Israele contro il nostro popolo palestinese indifeso", ha aggiunto.

Per gli Usa "Hamas non ha alcun interesse a una pace duratura" a Gaza. A dichiararlo, dopo l'approvazione della risoluzione su Gaza, è stata Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite, accusando Hamas di essere "determinata a ripetere gli orrori" del 7 ottobre "ancora e ancora". Gli Stati Uniti, ha poi aggiunto, sostengono il diritto di Israele di "proteggere il suo popolo da atti di terrorismo". "Dobbiamo lavorare per un futuro in cui israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace, questa è l'unica via da seguire", ha affermato. Gli Stati Uniti, ha concluso, sono "delusi e sconvolti" dal fatto che la risoluzione stessa e alcuni membri del Consiglio di Sicurezza non siano riusciti a condannare il "terribile attacco terroristico".

L'ambasciatore russo all'Onu da parte sua ha condannato quella che ha definito una condotta "vergognosa, cinica e irresponsabile" da parte degli Stati Uniti per aver precedentemente posto il veto alle bozze di risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Intervenendo durante la sessione dell'esecutivo Onu, l'ambasciatore Vasily Alekseyevich Nebenzya ha accusato gli Stati Uniti di "evitare ogni responsabilità" e di "trascinare intenzionalmente il processo negoziale". Nebenzya, che ha presentato un progetto di emendamento al Consiglio prima del voto, ma se lo è visto respingere, ha parlato di una bozza 'inefficace' che consente a Israele di continuare a operare come meglio crede a Gaza.

Idf: vicino controllo operativo completo del nord di Gaza

Israele sta continuando le operazioni di terra. Il portavoce delle Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari, in una conferenza stampa ha fatto sapere che l'esercito israeliano si sta avvicinando al completo "controllo operativo" del nord della Striscia di Gaza e sta aumentando le operazioni nella parte meridionale dell'enclave palestinese. "Le truppe dell'Idf stanno continuando le operazioni di terra a Khan Younis e allo stesso tempo si stanno preparando ad espandere l'attività ad altre aree della Striscia, con particolare attenzione al sud", ha detto Hagari. L'Idf ha inoltre reso noto che un soldato israeliano è stato ucciso da Hezbollah in un attacco lanciato dal Libano. Hamas ha rivendicato la responsabilità in una nota affermando di aver effettuato l'assalto "con armi missilistiche e artiglieria, con colpi diretti". Hezbollah ha spiegato di aver lanciato l'attacco a sostegno del popolo palestinese.

Yemen, in migliaia protestano contro coalizione anti Houthi

Intanto migliaia di manifestanti ieri sono scesi per le strade di diverse città dello Yemen tra cui Sana'a per protestare contro la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti per fronteggiare gli attacchi condotti dagli Houthi contro le navi nel Mar Nero. La manifestazione di Sana'a si è svolta con il motto ''la coalizione per proteggere le navi israeliane non ci terrorizza''. Tra gli slogan intonati dai manifestanti ''qualunque nave verrà vicina, noi la colpiremo''. Una manifestazione simile si è svolta a Saada, roccaforte Houthi nel nord dello Yemen.

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