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Iran, Pedde (Igs): "Strage Kerman? Modus operandi non è quello israeliano" 

Iran, Pedde (Igs):
03 gennaio 2024 | 18.20
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"Non è quello tipico israeliano" il 'modus operandi' del duplice attentato che ha fatto strage vicino al cimitero di Kerman in occasione del quarto anniversario della morte del generale Qassem Soleimani. Lo indica in un'intervista all'Adnkronos Nicola Pedde, direttore dell'Institute for Global Studies (Igs), sottolineando che se fosse confermato un ruolo dello Stato ebraico "sarebbe un'operazione senza precedenti che mi stupirebbe" dal momento che finora Israele ha sempre compiuto contro l'Iran "operazioni mirate" contro personalità legate ai Pasdaran o al programma nucleare, e mai "un'operazione terroristica di massa".

Pedde evidenzia che al contrario delle recenti operazioni in Siria e Libano, che hanno portato all'eliminazione del generale iraniano Sayyed Razi Mousavi e del numero due di Hamas Saleh al-Arouri e che sono "tipicamente organizzate con un target preciso", quello odierno in Iran è un attacco "per niente sofisticato, anzi molto rudimentale: si tratta di due borse con esplosivo azionate a distanza". Un'azione, spiega l'analista, "molto lontana" dagli standard a cui finora Israele ha 'abituato'.

Secondo Pedde, ci sono diversi gruppi che potrebbero essere sospettati per la strage di Kerman, a partire dalle "milizie armate sunnite e separatiste che hanno fatto operazioni di questo genere in passato", dimostrando una chiara "volontà di colpire in modo massiccio i civili". L'ipotesi dell'analista è che i fatti di Beirut abbiano dato "il pretesto ad alcune organizzazioni interne per forzare la mano con una azione spettacolare all'interno del Paese, ben sapendo che ci sarebbe stato subito il sospetto di una connessione diretta".

Allo stato attuale e con le informazioni a disposizione, prosegue Pedde, "non vedo un filo rosso diretto che unisce Mousavi, al-Arouri e Kerman, ma indiretto: chi ha colpito oggi in Iran ha considerato la tensione che è altissima e la possibilità che l'Iran reagisca contro Israele e gli Usa provocando un'escalation". L'obiettivo, rimarca il direttore dell'Igs, è quello di spingere l'Iran a compiere "un gesto sconsiderato" che potrebbe portare Israele e gli Usa "a intervenire militarmente" nella Repubblica islamica. Le autorità iraniane, almeno a parole, sono già "cadute" nella trappola, mentre "sarebbe opportuno che verificassero la matrice di quest'azione cercando di comprendere mandanti e esecutori".

"Sarebbe un rischio molto forte per l'Iran quello di lanciarsi in una vendetta contro Usa e Israele senza avere certezza che ci siano loro dietro la strage di Kerman - conclude - Anche mettendomi nei panni degli israeliani non saprei neanche quanto gli convenga avere un bilancio di morti così pesante, non vedo cui prodest".

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