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Gaza, conclusi colloqui a Doha. Biden: "Accordo mai così vicino"

Nuova proposta Usa e incontro prossima settimana al Cairo. "Tracciata strada, no tempo da perdere", si legge in una nota congiunta di Qatar, Egitto e Stati Uniti. Forze israeliane ordinano nuova evacuazione da aree Khan Younis e Deir al-Balah. Hamas: "Qualsiasi accordo deve prevedere ritiro Israele da Gaza"

Macerie a Gaza - (Fotogramma)
Macerie a Gaza - (Fotogramma)
16 agosto 2024 | 07.58
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I colloqui che si sono svolti ieri e oggi a Doha per ottenere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi "sono stati seri e costruttivi e si sono tenuti in un'atmosfera positiva". E' quanto si legge in una nota congiunta di Qatar, Egitto e Stati Uniti, diffusa dai tre Paesi che hanno mediato a Doha dove, si spiega, " gli Usa, con il sostegno del Qatar e dell'Egitto, hanno presentato a Israele e Hamas una proposta che riduce il divario tra le parti ed è coerente con i principi stabiliti dal presidente Biden il 31 maggio scorso e con la risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza". "Questa proposta - prosegue la dichiarazione - si basa su punti di accordo dell'ultima settimana e colma il restante divario in modo da consentire una rapida attuazione dell'accordo".

L'accordo "è più vicino di quanto non sia mai stato", ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, parlando nello Studio ovale alla Bianca. "Non voglio portare sfortuna - ha messo le mani avanti Biden - ma potremmo avere qualcosa. Non ci siamo ancora, ma siamo più vicini di quanto non lo fossimo tre giorni fa".

Nuovo incontro al Cairo prossima settimana

"Alti funzionari dei nostri governi si incontreranno nuovamente al Cairo prima della fine della prossima settimana con l'obiettivo di concludere l'accordo in base ai termini proposti oggi. I team tecnici - si legge ancora - continueranno a lavorare nei prossimi giorni sui dettagli di attuazione, comprese le disposizioni in materia umanitaria, così come le specifiche relative a ostaggi e detenuti".

"Come hanno dichiarato i leader dei tre Paesi la scorsa settimana, 'non c'è più tempo da perdere né scuse da parte di nessuno per ulteriori ritardi. È ora di rilasciare gli ostaggi e i prigionieri, di iniziare il cessate il fuoco e di attuare questo accordo'". E' quanto si legge in una nota congiunta di Egitto, Stati Uniti e Qatar dopo la conclusione del round di negoziati a Doha, nella quale i tre Paesi mediatori sottolineano che "la strada è ora tracciata per ottenere questo risultato, salvare vite umane, portare sollievo alla popolazione di Gaza e allentare le tensioni regionali".

Hamas: "Non c'è impegno su quanto già concordato"

Quanto reso noto dopo i colloqui a Doha, in Qatar, "non include l'impegno su quanto concordato lo scorso 2 luglio", la reazione di una fonte di Hamas, citata dalla tv satellitare al-Jazeera. Hamas insiste da tempo sul "documento del 2 luglio", giorno in cui aveva diffuso la sua risposta - i cui dettagli non sono mai stati resi pubblici - al piano annunciato dal presidente americano Joe Biden a fine maggio.

Secondo il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri, l'amministrazione americana sta cercando di creare 'una falsa atmosfera positiva' riguardo alla possibilità di un accordo, non ha realmente l'intenzione di fermare la guerra a Gaza, ma sta solo cercando di guadagnare tempo.

Per Hamas "zero segnali positivi" a Doha

In precedenza Hamas aveva fatto sapere che d Doha non arrivavano "segnali positivi". "E' chiaro che la parte israeliana aggiunge ulteriori condizioni, parla di nuove questioni", ha detto Osama Hamdan, un portavoce di Hamas ad al-Jazeera.

Il gruppo non ha partecipato direttamente ai colloqui e Hamdan ha precisato che Hamas non ha ancora un quadro chiaro della situazione, ma non ritiene ci siano segnali positivi da parte israeliana. "Credo stiano cercando di compromettere questo processo", ha detto Hamdan, ricordando che il gruppo insiste per il "ritiro completo" delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. E, ha concluso, se Israele mandasse "segnali positivi" Hamas parteciperebbe ai colloqui, ma questo non è ancora accaduto.

Ieri Hosam Badran, membro di spicco dell'ala politica di Hamas, aveva sottolineato che “qualsiasi accordo deve prevedere un cessate il fuoco completo, un ritiro completo da Gaza, il ritorno degli sfollati, la ricostruzione e uno scambio di prigionieri”. Il piano annunciato dal presidente Usa Joe Biden per una tregua ruota attorno a tre frasi, la prima delle quali durerebbe sei settimane. In questo arco di tempo, le forze israeliane si ritirerebbero dalle aree popolate di Gaza e ci sarebbe il rilascio di un certo numero di prigionieri palestinesi in cambio della consegna di ostaggi israeliani vulnerabili. In una seconda fase, gli ostaggi rimanenti verrebbero rilasciati per una fine permanente delle ostilità, mentre la terza e ultima fase consisterebbe nella ricostruzione della Striscia e nella consegna dei corpi degli ostaggi deceduti.

La posizione di Israele

“I principi fondamentali di Israele sono ben noti ai mediatori e agli Stati Uniti, e Israele spera che le loro pressioni portino Hamas ad accettare" i contenuti della proposta presentata a fine maggio, "in modo che i dettagli dell'accordo possano essere implementati”, si legge in una nota dell'ufficio del premier Benjamin Netanyahu

Idf: "Colpiti 30 obiettivi nella Striscia di Gaza"

Prosegue intanto l'offensiva di Israele L'aeronautica militare israeliana ha colpito ieri più di 30 obiettivi nella Striscia di Gaza, tra cui edifici utilizzati da gruppi terroristici, cellule di uomini armati e altre infrastrutture. Lo ha reso noto l'esercito israeliano, aggiungendo che le truppe sono impegnate nelle zone meridionali di Gaza, a Rafah e Khan Younis, e nel corridoio di Netzarim, nel centro della Striscia.

Nel frattempo sono arrivati nuovi ordini di sgombero da parte delle forze israeliane (Idf) per i palestinesi nel nord di Khan Younis e a est di Deir al-Balah. Ridotti, inoltre, i 'confini' della cosiddetta 'zona umanitaria', riferisce il Times of Israel precisando che diversi quartieri nel nord di Khan Younis non verranno più considerati 'zona umanitaria' dal momento che le Idf pianificano ulteriori operazioni contro Hamas.

A Khan Younis, l'Idf ha affermato di aver bombardato con l'artiglieria un'area da cui ieri sono stati lanciati razzi contro la comunità israeliana di confine. Sempre a Khan Younis, i soldati della Brigata paracadutisti hanno fatto irruzione in un edificio, dove hanno trovato un nascondiglio di armi, tra cui lanciarazzi e ordigni esplosivi.

Nella parte centrale di Gaza, ha aggiunto l'esercito, i riservisti della Brigata Harel hanno individuato diversi cunicoli e ucciso diversi uomini armati utilizzando un drone. La Marina israeliana ha anche ucciso "un certo numero di terroristi che rappresentavano una minaccia per le truppe che operavano nella Striscia di Gaza centrale".

Le Idf tornano a segnalare "operazioni con forza contro le organizzazioni terroristiche" e chiedono "alla popolazione rimasta nei quartieri nord di Khan Yunis e a est di Deir al-Balah di trasferirsi temporaneamente nella zona umanitaria adattata".

Hamas a palestinesi in Cisgiordania: "Reagire con rabbia per scoraggiare coloni"

"Chiediamo alla nostra gente in tutti i governatorati della Cisgiordania di reagire con rabbia per scoraggiare i coloni e respingere i loro attacchi terroristici". E' quanto afferma Hamas in una dichiarazione rilanciata dalla tv satellitare al-Jazeera con le condoglianze dopo che un giovane palestinese è rimasto ucciso nell'attacco dei coloni nella località di Jit, nei pressi di Qalqilya.

Per Hamas, l'assalto rientra nei "piani di sterminio fascisti" di Israele. "La politica di incursioni, omicidi e di scatenare le bande di coloni rafforzerà solo l'attaccamento del nostro popolo alla sua terra e ai suoi luoghi sacri", afferma ancora il gruppo.

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