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Nato e ingresso Ucraina, Berlino frena: "A Vilnius non ci sarà invito a entrare"

Alla vigilia del summit, fonti del governo tedesco sottolineano che "non è il momento giusto per passi concreti in direzione di un'adesione". Il piano per avvicinare Kiev all'Alleanza

Afp
Afp
10 luglio 2023 | 17.01
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"Non è il momento giusto per un invito all'Ucraina, per passi concreti in direzione di un'adesione". A dichiararlo, alla vigilia del summit di Vilnius è una fonte del governo tedesco, sottolineando che dal punto di vista della Germania bisogna puntare sull'aiuto a Kiev nella sua battaglia contro la Russia ed intensificare la partnership con l'Ucraina attraverso un Consiglio Nato-Ucraina.

Dal canto suo, il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg si dice "assolutamente certo" che dalla Nato arriverà "unità e un forte messaggio" sulla futura adesione di Kiev, ha spiegato nella conferenza stampa con il presidente lituano Gitanas Nauseda nella giornata di oggi.

Volodymyr Zelensky parteciperà alla riunione inaugurale del Consiglio Nato-Ucraina che si svolgerà il 12 luglio a margine del summit dell'Alleanza Atlantica, ha quindi annunciato Stoltenberg: "Noi anche rafforzeremo i nostri legami politici, il presidente Zelensky si unirà a noi per l'incontro inaugurale del nuovo consiglio Nato-Ucraina", ha detto il segretario generale.

"A seguito di intensi negoziati, gli alleati Nato hanno raggiunto un consenso per rimuovere il Map dal percorso di adesione dell'Ucraina", scrive intanto sui social media il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, riferendosi al "membership action plan" il piano d'azione di adesione che è un processo attraverso il quale l'Alleanza avvia negoziati con i candidati membri su questioni di natura politica, economica, di difesa e di sicurezza. "Plaudo a queste lungamente attesa decisione che accorcia il nostro percorso verso la nato - aggiunge Kuleba - è anche il momento migliore per fare chiarezza sull'invito all'Ucraina a diventare membro".

IL PIANO PER AVVICINARE KIEV ALL'ALLEANZA

Non l'adesione alla Nato, ma un "pacchetto" con tre "elementi" per "portare l'Ucraina più vicina" all'Alleanza. E' quello che i leader dei 31 Paesi membri dovrebbero offrire tra domani e dopodomani al presidente Volodymyr Zelensky, nel summit dei capi di Stato e di Governo che si tiene a Vilnius, in Lituania, dove abbondano le bandiere ucraine e persino gli autobus portano la scritta "Lithuania loves Ukraine" sul pannello frontale.

Il primo elemento, come ha spiegato il segretario generale Jens Stoltenberg, sarà un programma "pluriennale" di assistenza per Kiev, focalizzato sulla "difesa" e sulla "sicurezza", inclusi gli "ospedali militari", sempre più necessari in una guerra di attrito, che miete vittime e produce feriti a ritmi industriali. Il programma aiuterà anche Kiev a compiere la necessaria "transizione" dagli equipaggiamenti dell'era sovietica agli standard Nato. Secondo, verrà creato un Consiglio Nato-Ucraina, che si riunirà mercoledì per la prima volta, con la partecipazione del presidente Zelensky, che avrà un forte significato simbolico. Il Consiglio Nato-Ucraina sarà "una piattaforma per le consultazioni in tempo di crisi e per prendere decisioni". Terzo, i leader alleati riaffermeranno che "l'Ucraina diventerà un membro della Nato" e che sono "uniti su come portare Kiev più vicina a questo obiettivo". Su questo punto cruciale, Stoltenberg non è sceso nei dettagli, ma ha rimandato alle conclusioni del summit che saranno concordate dai leader. La memoria corre al summit di Bucarest del 2008, con l’assicurazione a Georgia e Ucraina che sarebbero diventate membri della Nato, senza precisare quando né come, quello che alcuni studiosi hanno definito "il peggio di entrambi i mondi", perché ha lasciato i due Paesi in mezzo al guado. Tanto che c’è chi parla di una Bucarest 2.0.

A quanto si apprende a Bruxelles, malgrado le diverse sensibilità tra gli europei condizionate dalla vicinanza geografica alla Russia, si fa sempre più strada tra gli alleati la consapevolezza che il posto di Kiev è nell’Alleanza. Gli argomenti a favore della neutralità sono stati indeboliti dall’invasione russa, la controprova che mantenere l’Ucraina nella ‘zona grigia’ ha portato alla guerra. Paradossalmente, ora che Vladimir Putin ha attaccato, chi nell'Alleanza era perplesso su un ulteriore allargamento verso est ha meno argomenti per opporsi, dato che la neutralità ha portato i russi ad invadere il territorio ucraino.

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