Cda di sette membri eletto a maggioranza dal Parlamento in seduta comune. Il premier boccia il sorteggio chiesto dal M5S: "Lasciamolo all'Enalotto". Fico: "Renzi scambia responsabilità per lottizzazione. No a Ad nominato da Governo"
La riforma della Rai si avvicina. Il governo ha fatto un primo esame del ddl, "c'è stato un inizio discussione, solo un primo esame" e "nel prossimo Cdm entreremo nel merito". Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nella conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri che si è occupato della nuova governance dell'azienda.
Ma alcune linee portanti il premier le ha anticipate: tanto per cominciare il governo "ha il dovere più che il diritto" di individuare il capo della televisione pubblica mentre sul versante del Consiglio di amministrazione l'esecutivo punta a un Cda di "sette membri eletto a maggioranza dal Parlamento in seduta comune, per dire quanto è importante la Rai".
Così importante che il premier critica il messaggio passato nei media secondo cui il governo vorrebbe impadronirsi dell'azienda: per quello "bastava usare la legge Gasparri", sottolinea Renzi, che respinge anche la proposta dei 5Stelle di un cda nominato per sorteggio: "Noi non siamo per i sorteggi, che sono l'abdicazione della politica rispetto alle responsabilità". E ancora: "Questa è la differenza tra l'essere leader e scegliere, anche fisicamente, l'Aventino. Perchè i sorteggi si fanno all'enalotto".
