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Vaticano-ddl Zan, Draghi: "Risponderò in Parlamento"

Il disegno di legge contro l’omotransfobia al centro dei riflettori dopo la notizia che la Santa Sede ha attivato i propri canali diplomatici per chiedere formalmente al governo italiano di modificarlo

(Fotogramma)
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23 giugno 2021 | 06.40
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"E' una domanda importante. Domani sarò tutto il giorno in Parlamento, me lo chiederanno sicuramente, e risponderò in modo più strutturato di quanto potrei fare oggi". In conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il premier Mario Draghi ieri ha risposto così a una domanda sul ddl Zan, il battagliato disegno di legge contro l’omotransfobia, di nuovo al centro dei riflettori dopo la notizia che il Vaticano ha attivato i propri canali diplomatici per chiedere formalmente al governo italiano di modificarlo perché in alcuni contenuti violerebbe l'accordo di revisione del Concordato.

Una scossa sul ddl arrivata da Oltretevere. Una mossa, con l'entrata in campo del Vaticano, che i politici si affrettano a far sapere non fosse nota nei Palazzi, fino a ieri mattina. Fonti parlamentari ben informate, vicine al dossier - con la legge 'ferma' in Commissione Giustizia, in Senato - raccontano però che già nei giorni scorsi il dibattito nella Cei, la Conferenza episcopale italiana, sarebbe stato di nuovo acceso, ben prima della richiesta formale che il segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, monsignor Paul Richard Gallagher, ha inoltrato per le vie diplomatiche al governo italiano, lo scorso 17 giugno, segnalando l'esigenza di modificare alcuni aspetti della legge Zan.

Dalla Lega, la forza che più di tutti ha attaccato il ddl Zan, Matteo Salvini plaude all'intervento della Santa Sede: "Bene, ringrazio il Vaticano per il buonsenso". Di prima mattina è il leader del Pd, Enrico Letta, a dichiararsi pronto a una riflessione: "Noi sosteniamo la legge, ma naturalmente, siamo disponibili al dialogo". A seguire il presidente della Commissione Giustizia in Senato, il leghista Ostellari che spiega come "le audizioni si possono ridurre".

"Inauguriamo, finalmente, una fase di confronto, leale e costruttivo. Letta dia seguito a questa apertura e il Pd si sieda al tavolo", dice ancora, ribadendo la richiesta di un accordo politico a tutto campo. Poi Salvini invita Letta per un incontro: "Vediamoci anche domani, per garantire diritti e punire discriminazioni e violenze, senza cedere a ideologie o censure, e senza invadere il campo di famiglie e scuole".

Intanto "Fratelli d'Italia conferma la sua ferma opposizione in Parlamento contro il ddl Zan - dichiara la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni - È una proposta liberticida che punta a punire con nuovi reati d'opinione chi non si allinea al pensiero unico, che non serve a combattere le discriminazioni ma al contrario finirà per colpire le conquiste raggiunte dalle donne e che vuole introdurre il gender anche alle elementari".

Dal M5S la senatrice Alessandra Maiorino dice all'AdnKronos che "libertà di espressione e autonomia della scuola sono garantite", assicurando come i timori del Vaticano siano infondati. "È un passo incredibile, siamo sconcertati. Il Vaticano dovrebbe sostenere una legge che ha per presupposto la libertà di amare e che punisca chi istiga all’odio e alla violenza", attacca duro il presidente della commissione Giustizia della Camera, il pentastellato Mario Perantoni.

Anche il Pd precisa che il partito "sostiene convintamente il ddl Zan, naturalmente - fanno sapere fonti del Nazareno - vogliamo leggere con attenzione le carte sui nodi giuridici, che al momento sono solo in un articolo di giornale". Nel frattempo, in Commissione Giustizia, viene fatta richiesta di acquisire il testo dell'intervento della Santa Sede.

Tornando alla mossa della Chiesa, lo scontro in Cei, l'impasse sulla posizione da tenere nei confronti del testo in esame al Senato, avrebbe spinto il Vaticano stesso a intervenire per via diplomatica. Tra le valutazioni fatte dalle gerarchie ecclesiastiche, a quanto si apprende da fonti parlamentari, potrebbe esserci anche una riflessione su quanto avviene in altri Paesi occidentali, dove norme analoghe a quelle previste dal ddl Zan sono già leggi.

Nei giorni ha fatto scalpore il video di John Sherwood, pastore evangelico di strada, fermato per alcune ore a Londra, lo scorso aprile, dopo che alcuni passanti lo hanno segnalato per 'omofobia', accusandolo per le sue parole a difesa della famiglia 'tradizionale'. Immagini che avrebbero, a quanto si apprende, destato commozione anche in Gualtiero Bassetti, presidente Cei.

Sull'entrata in campo della Santa Sede si avvicendano le reazioni anche del mondo della cultura e dello spettacolo. Fedez sbotta contro il Vaticano. Il rapper è intervenuto in un primo momento con un tweet ieri mattina. "Riassumendo: il Vaticano - ha scritto il rapper su Twitter - che ha un debito stimato di 5 miliardi di euro su tasse immobiliari mai pagate dal 2005 ad oggi per le strutture a fini commerciali dice all’Italia 'guarda che con il DDL Zan stai violando il Concordato'". Poi sulle storie di Instagram ha postato degli interventi video ancora più duramente critici. "Avete letto l'ultima di oggi? Il Vaticano ha detto all'Italia 'se approvate il ddl Zan state violando il Concordato tra Vaticano e Italia'... Ma chi cazz... ha concordato il Concordato? E non avevamo concordato che ci davate le tasse sugli immobili?". Poi, più tardi, una nuova storia con l'affondo sui preti pedofili.

Anche Elodie, da sempre sensibile alle battaglie della comunità Lgbt, è intervenuta sulle sue storie di Instagram con chiaro riferimento alla polemica riguardo alla posizione del Vaticano sul ddl Zan: "Oggi un ringraziamento speciale va ai miei genitori che non mi hanno battezzata. Grazie".

"Le persone sono tutte uguali di fronte a Dio ma non per il Vaticano, che si oppone a una proposta di legge per fermare chi discrimina. Complimenti" ha twittato Paola Turci.

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