“Non vedo l’ora di vedere questa serata”, ha detto il direttore di Rai1 Stefano Coletta, che ha definito l’Eurovision “un'esperienza non solo televisiva, ma che rimanda quasi a una fruizione antropologica. Oltre le performance e le sonorità - ha spiegato - si coglie il mondo, quello che c’è fuori dal nostro Paese, il gusto e le tendenze. Mi aspetto molto dalla conduzione di Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio, al di là della loro competenza, anche uno sguardo antropologico su questo mondo. Dopo l'anno pandemico - ha aggiunto - ritorna l’espressione artistica e il senso di una uguaglianza corale".
"La coppia di conduzione di quest’anno, insieme ai Måneskin, che hanno fatto storia a Sanremo portando target inimmaginabili, mostreranno un’Italia meno neo melodica, a cui non si deve togliere nulla, che ha fatto un passo avanti. I Måneskin porteranno un codice espressivo molto contemporaneo e, grazie alla carica interpretativa e al testo della canzone, saremo guardati con un occhio nuovo. Nella scelta di Cristiano e di Gabriele – ha concluso Coletta - non c’è solo la parte ironica ma anche la loro sensibilità, che farà la differenza nel racconto di questo grande evento”.