''Fin quando i gruppi esistono per andare in trasferta va bene ma organizzarsi per avere l'egemonia sul tifo no, i tifosi devono essere liberi, devono andare allo stadio senza vincoli. Se il gruppo deve essere lo strumento per mettere dei limiti agli altri tifosi che esprimono la loro gioia di vedere la partita e di divertirsi non va bene''. Ne è convinto Pino Esposito, zio di Ciro, il tifoso del Napoli ferito gravemente prima della finale di Coppa Italia a Roma e ricoverato al policlinico Gemelli. Una posizione che, secondo Pino Esposito, condividono anche i genitori di Ciro.
''Penso ad esempio a quello che è successo tra i romanisti (durante la partita Roma-Juventus): una parte della tifoseria ha impedito agli altri di fare dei cori per la Roma e li ha obbligati a fare cori contro i napoletani - dice all'Adnkronos - Se i gruppi organizzati devono servire a condizionare allora è meglio che non esistano''. Quanto all'ordine pubblico, sottolinea Pino Esposito, ''deve essere garantito dallo Stato e non dai gruppi''.
''Io personalmente scrissi una lettera a un quotidiano - racconta - in cui dicevo che per risolvere il problema del tifo organizzato basta mettere i posti numerati allo stadio, in questo modo i membri del gruppo non hanno i posti vicini e ognuno diventa libero di esprimere la propria gioia a livello personale, non avendo condizionamenti collettivi''.