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Covid, si svuotano ospedali e calano casi e morti: il report

Nell'ultima -28,3% decessi e -25,2% ricoverati in terapia intensiva. Dalla fondazione Gimbe 4 proposte per "garantire l'irreversibilità delle riaperture"

(Fotogramma)
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03 giugno 2021 | 10.54
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Ulteriore diminuzione di nuovi casi di Covid-19 (22.412 vs 30.867) e di decessi (720 vs 1.004) nella settimana 26 maggio-1 giugno, rispetto alla precedente. In netto calo anche i casi attualmente positivi (225.751 vs 268.145), le persone in isolamento domiciliare (218.570 vs 258.265), i ricoveri con sintomi (6.192 vs 8.557) e le terapie intensive (989 vs 1.323). Lo rileva l'ultimo report della Fondazione Gimbe, che nel suo monitoraggio indipendente indica per i vari parametri le riduzioni calcolate nell'ultima settimana confrontata con la precedente: decessi -28,3%, ricoverati in terapia intensiva -25,2%, ricoverati con sintomi -27,6%, persone in isolamento domiciliare -15,4%, nuovi casi -27,4%, casi attualmente positivi -15,8%.

"Da 11 settimane consecutive - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto positivi/casi testati, sia per la diminuzione dell'attività di testing". Il calo dei nuovi casi settimanali si conferma in tutte le Regioni - sottolinea Gimbe - ad eccezione di un aumento percentuale in Molise, irrilevante in valore assoluto. "Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell'ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno", evidenzia Cartabellotta. "Grazie alle coperture vaccinali di anziani e fragili - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe - continua il progressivo svuotamento degli ospedali. L'occupazione dei posti letto Covid a livello nazionale si attesta al 10% in area medica e all'11% in terapia intensiva, con tutte le Regioni sotto le soglie di allerta", aggiunge. "Gli ingressi in terapia intensiva - rimarca Marco Mosti, direttore operativo della Fondazione Gimbe - scendono da 9 settimane con una media mobile a 7 giorni che si attesta a 36 ingressi/die".

Dal picco del 6 aprile - riporta Gimbe - i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 6.192 (-78,9%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 989 (-73,6%). Scende meno rapidamente la curva delle persone in isolamento domiciliare: dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 218.570 (-59,6%).

Criticità

Il report rileva due criticità: il crollo dei numeri nei tamponi (-34%) e un sequenziamento che non è ancora ottimale e mostra differenze di performance fra le Regioni d'Italia. In questa fase di diminuita circolazione del virus e allentamento della pressione sugli ospedali, si osserva "la riduzione dell'attività di testing che attesta la rinuncia al tracciamento dei casi - segnala Gimbe - Nel dettaglio, il numero di persone testate settimanalmente, stabile sino alla prima decade di maggio, si è ridotto nelle ultime 3 settimane da 662.549 a 439.467 (-33,7%). E nello stesso periodo sono state testate, con tampone molecolare o antigenico, in media 120 persone al giorno per 100mila abitanti con nette differenze regionali: da 199 del Lazio a 49 della Puglia. "Purtroppo - fa notare Cartabellotta - i criteri per conquistare e mantenere la zona bianca, introdotti con il Dl 18 maggio 2021 n. 65, disincentivano le Regioni a potenziare le attività di testing e a riprendere il tracciamento, proprio nel momento in cui i numeri del contagio permetterebbero di utilizzare un'arma mai adeguatamente utilizzata".

Quanto al sequenziamento, spicca l'eterogeneità regionale. Nel bollettino Prevalenza e distribuzione delle varianti del virus Sars-CoV-2 di interesse per la sanità pubblica in Italia - ricorda Gimbe - l'Istituto superiore di sanità riporta che nel periodo 28 dicembre 2020-19 maggio 2021 è stato sequenziato l'1,11% dei casi positivi (23.170). Da febbraio 2021 vengono sequenziati oltre 1.000 casi settimanali, in linea con gli standard dell'European Centre for Disease and Control (Ecdc), seppure con performance regionali molto eterogenee: dal 6,05% dell'Abruzzo allo 0,09% del Piemonte. "Un'insufficiente attività di sequenziamento - precisa Cartabellotta - non consente di identificare le varianti più contagiose se non dopo l'aumento dei casi, né di adeguare le strategie vaccinali se necessario. Ad esempio sulla variante delta (indiana), più contagiosa del 20-60%, l'efficacia di una sola dose di vaccino sulla malattia sintomatica si attesta intorno al 33% sia per il vaccino Pfizer che AstraZeneca, mentre dopo il ciclo completo sale rispettivamente all'88% e al 60%".

Le proposte

Gimbe lancia 4 proposte: "Apportare al nuovo sistema per assegnare i colori alle Regioni i necessari correttivi (per esempio uno standard di tamponi per 100mila abitanti), per incentivare il testing e riprendere il tracciamento, senza timore di non conquistare o di perdere la zona bianca; definire una modalità univoca per identificare tempestivamente e arginare eventuali focolai; potenziare il sequenziamento delle varianti, in particolare in alcune Regioni, e in caso di diffusione della variante indiana somministrare la seconda dose di vaccino ad anziani e fragili secondo l'intervallo ottimale delle sperimentazioni cliniche; attuare nuove strategie per vaccinare gli oltre 3,3 milioni di over 60 senza copertura e ad alto rischio di ospedalizzazione (ad esempio chiamata attiva, open day dedicati, comunicazione istituzionale dedicata".

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