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Criptovalute

Cripto-friendly contro cripto-apocalittici

Città pronte ad accogliere i miner trasfughi dalla Cina e allarmi generali di bolle speculative. La schizofrenia di questa settimana attorno alle criptovalute.

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18 giugno 2021 | 14.57
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Il sindaco di Miami Francis Suarez ha spiegato che le porte della città sono aperte per i minatori di bitcoin in fuga dalla Cina. L'estrazione mineraria di criptovalute è un processo ad alta intensità energetica per la creazione di nuovi token e l'aggiornamento del registro digitale. Più della metà di tutti i miner attualmente di stanza in Cina hanno cominciato un esodo di massa dalle ragioni interne verso zone come lo Sichuan, regione ricca di energia a basso costo generata da un avanzato sistema idroelettrico che punta ad accogliere ancora di buon grado questi lavoratori del bit, non fosse altro per l'indotto di mercato e ricchezza che possono generare. Un mercato che interessa anche ad alcuni Stati Usa come il Texas dove il senato ha da poco discusso il Virtual Currency Bill. Ovvero una legge che stabilisce un quadro giuridico attorno agli investimenti in bitcoin e criptovalute. In un articolo per la National Law Review, Daryl Roberston e Patrick Boot scrivono: "The Virtual Currency Bill fornisce un quadro chiaro e conciso per stabilire come avviene il controllo sulla valuta virtuale e chiarisce che il controllo può essere stabilito indipendentemente dal fatto che la possibilità di esercitarlo sia condivisa con un'altra persona, elemento fondamentale affinché le banche e altre istituzioni finanziarie non bancarie forniscano efficacemente servizi di custodia per le valute virtuali”.

Tornando a Miami, il sindaco Suarez ha detto alla CNBC di non aver ricevuto personalmente alcuna chiamata dai minatori cinesi, ma di essere disposto a mettere a loro disposizione l'energia nucleare a basso costo disponibile in città: “Vogliamo assicurarci che la nostra città abbia l'opportunità di competere. Stiamo parlando con molte aziende e stiamo semplicemente dicendo loro: Ehi, vogliamo che tu sia qui”. l sindaco di Miami sta anche considerando un mix di altri incentivi, come delle zone aziendali specifiche per il mining di criptovalute, aree in cui vengono offerte alle aziende agevolazioni fiscali, incentivi infrastrutturali e regolamentazioni ridotte per incoraggiare gli investimenti e creare posti di lavoro. In fondo, ai miner occorre giusto trovare un posto e la fonte di energia più economica per aumentare i propri margini di profitto e il sindaco Suarez si è nel tempo rivelato come uno dei politici più cripto-friendly degli Stati Uniti. Più che friendly è diventato El Salvador, il piccolo paese centroamericano primo al mondo a legalizzare una criptovaluta. L'operazione, una volta entrata in vigore la legge, punta a regolarizzare l'acquisto di beni e il pagamento di tasse e prestiti bancari in criptovaluta, così come qualsiasi altra transazione, con il tasso di cambio bitcoin-dollaro fissato dal mercato. La conversione di bitcoin in altre valute non sarebbe soggetta all'imposta sulle plusvalenze, secondo la legge approvata del partito New Ideas del presidente Nayib Bukele.

Meno friendly del sindaco di Miami si è invece rivelato in settimana il presidente della Consob Paolo Savona, secondo il quale le criptovalute sono “un investimento sul nulla” e “sono già illegali perché la stampa di moneta viene considerata un'attività di falsari, perseguibile” dalla legge. Le criptovalute sono, in sostanza, strumenti definiti “una mania di mercato che crea rischi fortissimi”. Savona lamenta la tolleranza che nasce dal timore su “un rischio di fuga dei capitali” visto che “ormai abbiamo 4500 criptovalute in circolazione nei portafogli delle famiglie di tutto il mondo”. Ha ribadito il presidente della Consob “la moneta può essere solo pubblica” e una soluzione può arrivare dal fatto che “le banche centrali si stanno spostando in quella direzione”. Anche il tanto discusso principio delle transazioni anonime garantito dalle criptovalute è stato messo di recente in dubbio. Eswar Prasad, professore alla Cornell University, ha ricordato in un'intervista alla CNBC come all'inizio di questo mese, i funzionari delle forze dell'ordine statunitensi abbiano recuperato 2,3 milioni in bitcoin pagati a un cybergruppo criminale coinvolto nell'attacco ransomware a maggio alle forniture di petrolio. L'FBI ha affermato che i suoi agenti sono stati in grado di identificare un portafogli di valuta virtuale utilizzato dagli hacker per riscuotere i pagamenti: “L'idea principale del bitcoin era quella di fornire uno pseudonimo. Ma si scopre che se usi molto bitcoin, e specialmente se usi bitcoin per ottenere beni e servizi reali, alla fine diventa possibile collegare il tuo indirizzo o la tua identità fisica alla tua identità digitale”.

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