Caso Garlasco, scontro su perizia Dna. Sempio assente, ma in aula c'è Stasi

La fine dell'incidente probatorio fissa uno dei punti più controversi nell'indagine su Andrea Sempio, indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi

Andrea Sempio e Alberto Stasi - Ipa
Andrea Sempio e Alberto Stasi - Ipa
18 dicembre 2025 | 10.16
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E' terminata l'udienza che di fatto chiude l'incidente probatorio su Andrea Sempio indagato per l'omicidio in concorso di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007. Il protagonista della giornata è stato però Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio della fidanzata, che ha lasciato il Palazzo di giustizia di Pavia accerchiato da una folla di giornalisti.

Inutili i tentativi di far parlare chi ha ottenuto un permesso dal Tribunale di Sorveglianza per lasciare il carcere di Bollate ed essere presente in aula per l'indagine che potrebbe consentirgli una nuova richiesta di revisione. "Abbiate pazienza" risponde a chi gli sbarra la strada, e ancora "così non andiamo da nessuna parte" le parole di Stasi prima di riuscire a farsi spazio tra microfoni e telecamere e lasciare con i suoi difensori Pavia.

La presenza di Stasi ha sorpreso i media. "Voleva esserci perché" l'udienza "lo riguarda e il Tribunale della Sorveglianza lo ha concesso chiedendo però non di parlare", aveva detto l’avvocato Antonio De Rensis arrivando in compagnia di Stasi.

Sempio assente

Assente invece Andrea Sempio. "Non è mai venuto ed è possibile solo se richiesto con un'autorizzazione. Non ha senso, tanto in aula non può parlare; che sia stato presente Alberto Stasi è indifferente", afferma Angela Taccia, avvocata dell'indagato per l'omicido in concorso di Chiara Poggi.

L'avvocata ribadisce che la perita e genetista Denise Albani ha ribadito che il risultato del Dna trovato sulle unghie della vittima "non è consolidato e non c’è alcuna certezza contro Sempio", mentre sul fronte dell'analisi biostatistica "si è ribadito che il database del software non è completo anzi è molto scarno e non si può arrivare a un punto fermo" conclude Tacci.

I nodi

Davanti alla gip Daniela Garlaschelli la prima a parlare è stata la genetista Denise Albani che ha illustrato la sua perizia sul Dna e ha risposto alle domande delle parti. La Procura ha provato a insistere sul lavoro fatto in precedenza dall’esperto Francesco De Stefano, perito del processo d’appello a Stasi, a insistere sulla non validità della traccia di Sempio sulle unghie della vittima è stata invece la difesa del 37enne.

Breve l’intervento della difesa di Stasi, quindi a chiudere le domande è stata la difesa della famiglia Poggi. Terminato l’esame della parte genetica ora si procede con l’ascolto dei periti che si sono occupati della parte dattiloscopica che riguarda le impronte nella villetta e nella spazzatura della villetta di via Pascoli.

Le conclusioni sul fronte dattiloscopico dei periti Domenico Marchegiani e Giovanni Di Censo sembrano mettere tutti d’accordo: nessuna impronta delle circa sessanta repertate nel 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco è riconducibile al 37enne (amico del fratello della vittima), mentre sul versante dell’analisi della spazzatura l'unica traccia che non riporta alla ventiseienne è il Dna di Stasi trovato sulla cannuccia dell'Estathé. Una novità che va contestualizzata con le dichiarazioni rese 18 anni fa.

E' sul Dna che si concentra il vero confronto. La perizia affidata alla genetista Denise Albani ha consegnato conclusioni dalle multiple interpretazioni. Se la Procura di Pavia e la difesa di Stasi, rappresentata dagli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, leggono la "compatibilità" tra il materiale sulle unghie e il Dna di Sempio come un elemento che lo colloca sulla scena del delitto, i consulenti del 37enne evidenziano l'impossibilità (decretata da Albani) di stabilire se quella traccia - che non è databile, né collocabile sopra o sotto le unghie - è frutto di un contatto con la vittima oppure mediato, cioè 'trasferito' per aver maneggiato in tempi diversi uno stesso oggetto.

Per questo la difesa di Sempio, gli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti, ha consegnato una relazione in cui elenca alcuni oggetti - la tastiera del computer, il telecomando del televisore, l'asciugamano del bagno o elementi presenti in cucina - che il proprio assistito avrebbe potuto toccare visto che frequentava casa Poggi.

E’ anche sull'attendibilità scientifica della traccia genetica che le opinioni divergono. L’assenza di un risultato che si ripete non è indice di una prova per la difesa dell’indagato che citando più sentenze della Cassazione dà valore “zero” alla perizia. Concetto condiviso da Marzio Capra, genetista e consulente della famiglia Poggi, presente nel 2014 a Genova quando il perito Francesco De Stefano stabilì l'impossibilità di attribuire quel Dna maschile degradato, escludendo di poterlo imputare a Stasi poi condannato per un "mosaico di prove".

In aula spetterà agli avvocati porre le domande tecniche ai periti per chiarire i punti "critici" rilevati dai propri consulenti. Una volta discussa e 'cristallizzata' la discussione, la perizia sarà un punto fermo per le parti. Nessuna valutazione spetterà alla gip Garlaschelli che dovrà solo raccogliere tutti gli elementi, verbalizzarli e decretare, salvo sorprese, la chiusura dell’incidente probatorio su Andrea Sempio prima della chiusura indagine che sarà disposta dalla Procura di Pavia.

Difesa Sempio: "Dna giuridicamente inutilizzabile"

"Oggi viene messo il suggello su un dato probatorio. La perita Albani ha fatto il possibile e lavorato egregiamente, ma il dato non è stato replicato con uguale risultato e questo rende il risultato giuridicamente inutilizzabile, non vale né come indizio né come prova”, afferma Liborio Cataliotti, difensore di Andrea Sempio, insieme alla collega Angela Taccia.

Al Palazzo di Pavia il difensore ha condiviso le conclusioni della perizia genetica per cui "non si può dire dove, come e quando sia avvenuto il contatto diretto o indiretto" che spiega la presenza dell’aplotipo Y di Sempio sulle unghie della vittima. La difesa sostiene che si tratti di una traccia "mediata" cioè lasciata da Sempio in casa Poggi toccando un oggetto tempo prima del delitto del 13 agosto 2007.

L’avvocato ricorda la possibilità di "contaminazione" sui margini ungueali e i limiti della biostatistica - utilizzata per decretare la compatibilità del materiale trovato sulle unghie con il Dna di Andrea Sempio - che dispone di "una banca dati locale con numeri molto parziali".

Difesa Stasi: "Sempio non verrà condannato per il Dna"

"Abbiamo assunto la perizia nel contraddittorio, sono state fatte le domande in particolare alla dottoressa Albani (e anche agli altri due periti) che ciascuna parte riteneva importanti e sappiamo benissimo che su due unghie di due mani diverse c'è un Dna misto, non consolidato, parziale perché non è un profilo completo e con delle criticità, ma abbiamo sicuramente un dato significativo che esclude Alberto Stasi" afferma l'avvocata Giada Bocellari.

La genetista Denise Albani ha ribadito la compatibilità per Sempio, un elemento che da solo non basta per costruire un'accusa contro il nuovo indagato. "Sempio non verrà condannato per il Dna, questo elemento va valutato insieme a tutto il resto degli elementi" aggiunge l'avvocata. "Stasi non può rendere dichiarazioni, non è opportuno che lo faccia, non lo riteniamo nella maniera più assoluta utile in questo momento" aggiunge prima di lasciare la parola al collega, l'avvocato Antonio De Rensis: "Alberto Stasi è corso a dare il suo Dna, si è sempre fatto interrogare e oggi era qui".

Difesa famiglia Poggi: "Stasi colpevole, così si rovina vita innocenti"

"Ben vengano gli approfondimenti: li abbiamo fatti e i risultati sono questi. Io sono convinto della colpevolezza di Stasi e il nostro ordinamento gli dà una strada che è quella della revisione. Così si rovina la vita delle persone innocenti", afferma Francesco Compagna, difensore della famiglia di Chiara Poggi, prima di entrare in Tribunale a Pavia. "Credo che di processuale ci sia poco in questa vicenda, è un enorme spettacolo mediatico. L'analisi della spazzatura parte da Stasi (condannato in via definitiva, ndr.) e dalla bugia che Chiara era allergica al latte, poi, scopriamo che sulla cannuccia dell'Estathé c'è il Dna è del fidanzato e che lei non ha fatto colazione con i suoi assassini. Purtroppo in questo processo complesso capita che qualcuno si faccia convincere, ma la verità è che le unghie sono prive di significato, visto che la vittima non si difende e giocare su un dato che non è scientifico è una follia" aggiunge.

"C'è chi cerca di valorizzare al massimo quello che ha, anche se quello che ha è nulla e questa svolta non arriva mai. Anche dopo l'incidente probatorio fatico a costruire una dinamica fattuale su Sempio che ha senso. Si è voluto spaccare il capello in quattro, ma la perita Albani ha ribadito che non si può dire come, dove e quando quella traccia viene lasciata e quindi in aula non ha valore" conclude il legale.

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