
Il 66enne è recluso a Verona da maggio 2024, in totale ha scontato 26 anni
Chico Forti ha presentato richiesta di liberazione condizionale al Tribunale di sorveglianza di Verona. La richiesta è stata avanzata ieri dai suoi legali, come riporta l’Arena di Verona. La liberazione condizionale sarebbe ora possibile per il 66enne Forti, poiché ha ormai trascorso in carcere più di 26 anni dopo la sentenza di condanna per l'omicidio dell'imprenditore australiano Dale Pike nel 1998.
Forti è stato detenuto in Florida e poi nel carcere di Montorio (Verona), dov’è arrivato dagli Stati Uniti nel maggio 2024. I 26 anni sono uno dei minimi requisiti oggettivi richiesti dalla legge in caso di condanna all'ergastolo come nel caso di Forti, definito un detenuto modello. Forti ha finora beneficiato di regolari permessi per andare a trovare l’anziana madre 97enne che abita a Trento.
Forti prima di essere arrestato era un campione di windsurf, documentarista e produttore televisivo, fondatore della casa di produzione Hang Loose, specializzata in sport estremi. Sposato (poi separato dopo l'arresto) con l'ex modella Heather Crane, padre di tre figli, nel 1998 fu accusato dell'omicidio di Pike.
L'imprenditore fu trovato morto in un boschetto nei pressi di una spiaggia, a poca distanza dal parcheggio dove lui stesso aveva chiesto a Forti di accompagnarlo, dopo averlo prelevato all'aeroporto. La morte fu fatta risalire tra le ore 20 e le 22 del giorno precedente, poco tempo dopo il suo commiato da Forti. Secondo la sentenza, non appellabile, Forti è stato condannato all'ergastolo per "aver personalmente e/o con altra persona o persone allo stato ancora ignote, agendo come istigatore e in compartecipazione, ciascuno per la propria condotta partecipata, e/o in esecuzione di un comune progetto delittuoso, provocato, dolosamente e preordinatamente, la morte di Dale Pike".
Secondo la sentenza, l'italiano avrebbe quindi ucciso Pike, 'reo' di essersi accorto della truffa che Forti avrebbe messo in atto per acquistare un hotel a un prezzo molto inferiore rispetto al vero valore di mercato dal padre della vittima, Antony Pike. Dal 15 giugno 2000, giorno del verdetto, Forti si dice vittima di un complotto.
Per anni la famiglia di Forti, soprattutto l'anziana madre, si è battuta per un suo rientro in Italia. Nel marzo 2021, un primo spiraglio era stato annunciato dall'allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio: "Chico Forti è stato trasferito in un altro penitenziario americano, dove si collocano i detenuti in attesa di trasferimento", le parole di Di Maio. Ma poi qualcosa si è inceppato. Fino alla svolta, annunciata dalla premier Giorgia Meloni l'1 marzo 2024 dagli Usa: "Sono felice di annunciare che, dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti, è stata appena firmata l'autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti". Un passaggio cruciale al quale sono seguiti una serie di adempimenti burocratici fino alla firma dell'accordo di Forti con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia.