
''C’è un simbolo che accompagna ogni cerimonia solenne, che vibra negli stadi e nei teatri, che segna i momenti più intensi della vita della nostra comunità nazionale. È l’Inno di Mameli, 'Il Canto degli Italiani', scritto nel 1847 da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro. Lo cantiamo a scuola, lo ascoltiamo nei riti civili e sportivi, lo portiamo nel cuore. Eppure, a quasi ottant’anni dalla nascita della Repubblica, non è ancora citato nella nostra Costituzione''. La fondazione insigniti Omri, guidata dal prefetto Francesco Tagliente, lancia un appello alle istituzioni: ''Riconoscere formalmente l’Inno nazionale accanto alla Bandiera nell’articolo 12 della Costituzione''.
''Una modifica simbolica ma densa di significato, perché - sostiene la Fondazione - l’Inno è la voce stessa della Repubblica, il canto che unisce e identifica. A differenza della Bandiera, che trova posto all’articolo 12, l’inno non è menzionato nella carta. Esiste per consuetudine, vive nella memoria collettiva, ma non ha quella consacrazione giuridica che ne ribadirebbe il valore''. “Non è solo una questione formale - sottolinea Tagliente - ma un investimento civile e culturale. L’Inno parla al cuore degli italiani, rafforza identità e appartenenza, unisce al di là delle differenze''.
Accanto alla modifica costituzionale, la fondazione propone di istituire una Giornata Nazionale dedicata esclusivamente all’Inno, distinta dal 17 marzo (che celebra anche Unità, Costituzione e Bandiera). “Un solo giorno per quattro simboli - sottolinea la fondazione - rischia di appiattirne la forza educativa. Una ricorrenza autonoma permetterebbe di valorizzare l’inno nelle scuole, riscoprendo Mameli e la sua eredità risorgimentale, promuovendo riflessioni civiche e culturali”. L’appello della Fondazione è già stato inviato ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, con la richiesta di avviare un percorso legislativo condiviso. Parallelamente, è in corso una campagna di sensibilizzazione rivolta a scuole, università, enti locali e associazioni. L’obiettivo: far comprendere alle nuove generazioni che i simboli non sono retorica, ma radici comuni.''In un tempo segnato da divisioni e frammentazioni, l’inno, come la bandiera, torna ad essere bussola di unità. Sono sorella e fratello della nostra identità - conclude Tagliente - Riconoscerli entrambi in Costituzione significherebbe compiere un atto di maturità civile, un segno di fiducia nella forza della Repubblica e nel futuro del Paese”.