Palermo, albergo confiscato alla mafia affidato al nipote di Giovanni Brusca - Video

L'albergo è l'Hotel Garibaldi, situato nella prestigiosa piazza Politeama, assegnato nel 2021 dal tribunale di Palermo alla Cribea srl, società di Giorgio Cristiano nipote del boss tornato in libertà

Giovanni Brusca - Fotogramma
Giovanni Brusca - Fotogramma
26 luglio 2025 | 13.13
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Un albergo, in pieno centro a Palermo, confiscato alla mafia e dato in gestione al nipote di Giovanni Brusca. E' quanto portato alla luce da un'inchiesta realizzata da 'Confidential', il format di approfondimento di Fanpage.it. L'albergo in questione è l'Hotel Garibaldi, situato nella prestigiosa piazza Politeama, sequestrato alla mafia e, scrive Fanpage, assegnato nel 2021 dal tribunale di Palermo alla Cribea srl, società di Giorgio Cristiano, nipote di Giovanni Brusca. "La Cribea srl - si legge su Fanpage - riesce ad avere i titoli per gestire l'hotel Garibaldi perché nel 2020 inizia a gestire la 'Ruggiero Settimo Room' un bed&breakfast nel cuore di Palermo. A 29 anni, partendo con un capitale sociale iniziale di 10mila euro, Giorgio Cristiano riesce ad ottenere in gestione il Garibaldi".

Il quotidiano online chiede conferma all'Agenzia nazionale per i beni confiscati che, con una pec e una breve dichiarazione telefonica, sottolinea che "l'assegnazione è stata fatta dal tribunale di Palermo che ha vagliato il nome di Giorgio Cristiano e non ha ravvisato nessuna criticità" e che "la Cribea srl non è destinataria di misure di prevenzione".

Al patrimonio di Giovanni Brusca, il boss mafioso che ha ordinato l'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo e che a giugno è tornato in libertà, sarebbero ascrivibili, secondo quanto pubblicato da Fanpage, anche altri due alberghi di Palermo: l'hotel Borgo Vecchio e l'Astoria Palace Hotel. Il primo, come l'Hotel Garibaldi, è gestito dalla Cribea srl, l'Astoria Palace dalla Shc srl, società di Salvatore Cristiano, cognato di Giovanni Brusca. Anche l'hotel Borgo Vecchio e l'Astoria Palace erano stati sequestrati alla mafia nel 2015 "ma sono stati restituiti ai legittimi proprietari nel 2016 poiché non sarebbero stati dimostrati i rapporti tra il gruppo Ponte e il costruttore Sbeglia".

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