Estate a Roma: terrazze stellate, giardini segreti e indirizzi da provare

Da La Pergola a Le Jardin fino a The Sanctuary Eco Retreat: la Capitale non va in vacanza

Cupola di San Pietro - Fotogramma / Ipa
Cupola di San Pietro - Fotogramma / Ipa
08 agosto 2025 | 14.14
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Roma non va in vacanza (almeno non tutta): c’è chi resta per godersi la Capitale, svuotata dal traffico, tra ristoranti stellati, terrazze da cartolina e giardini in cui la città resta fuori (e il tempo pure). Ecco gli indirizzi da segnare per chi vuole viaggiare, anche con il palato, senza partire.

 

Ristoranti stellati: da La Pergola a Per Me

Con tre stelle Michelin c’è il regno dello chef Heinz Beck, La Pergola, all’interno del Rome Cavalieri Wardorf Astoria, zona Trionfale. Cucina creativa ma equilibrata, a partire dagli iconici Fagotelli 'La Pergola' ripieni di carbonara. Pochi posti al mondo sanno unire cucina, servizio e location come questo. Senza dimenticare la vista sulla Città Eterna, tra le più belle della Capitale insieme a quella dell’Hotel Hassler, in cima a Trinità dei Monti. Qui la vista è già un’esperienza. Poi arriva il gusto di Imàgo (1 stella Michelin) con lo chef Andrea Antonini, che unisce tradizione e contemporaneità della cucina romana, e il pastry chef Andrea Villa.

A pochi passi da via Veneto, nel cuore della ‘dolce vita’, il Moma dei fratelli Pierini, Franco e Gastone, dove la parola d’ordine è contemporaneità attraverso le due anime del locale: una gourmet e l’altra pop. Il nome, infatti, si ispira al Museum of Modern Art di New York, di cui hanno voluto riprodurre proprio il concetto di contenitore di opere d’arte tra sculture, quadri e fotografie. Ma anche attraverso piatti, prevalentemente di pesce, dello chef Andrea Pasqualucci. A pochi metri da Campo de’ fiori c’è Il Pagliaccio (2 stelle Michelin). Non una semplice cena, ma un viaggio in giro per il mondo attraverso il palato grazie alla visione dello chef-patron Anthony Genovese.

Una delle esperienze da fare almeno una volta nella vita è prenotare un tavolo da Aroma (1 stella Michelin) e lasciarsi abbandonare nelle mani dello chef Giuseppe Di Iorio, tra piatti della tradizione e cibi più creativi. Il tutto con vista sul Colosseo amatissima dai vip del mondo dello spettacolo e del calcio. Sì, perché il ristorante si trova in cima al Palazzo Manfredi, da cui si può vedere la Domus Aurea e, in lontananza, l’Altare della Patria. Sul Lungotevere delle Armi c’è Villa Laetitia, residenza di Anna Fendi Venturini. Rappresenta uno degli esempi più raffinati di architettura liberty a Roma, in cui è possibile gustare una cucina “concreta” e “mediterranea” con Domenico Stile, chef di Enoteca La Torre. Di origini partenopee, a oggi è uno dei più giovani chef in Italia con due stelle Michelin. Alle basi delle sue creazioni, in prevalenza a base di pesce, c’è una forte conoscenza della tradizione e una continua sperimentazione. A un passo da via Giulia, un ambiente intimo, con attenzione a ogni minimo dettaglio: è Per Me (1 stella Michelin), dove lo chef Giulio Terrinoni propone piatti che rispettano la storia della cucina italiana. L’alta cucina e la cantina si esaltano a vicenda nel ristorante Achilli al Parlamento (1 stella Michelin). Lo chef Pierluigi Gallo, ex allievo dell'Accademia di Niko Romito, propone una cucina che ha radici profonde nelle tradizioni e nelle esperienze di Gallo: nei suoi piatti viene fuori la memoria campana, precisione del suo maestro e le materie prime laziali.

 

Le terrazze: dall'Hassler al Flora Rooftoop

 

L’estate è la stagione perfetta per mangiare (e sì anche brindare) su una terrazza con vista. La ‘grande bellezza’ romana, raffinata ed elegante - oltre La Pergola e l’Hassler – si ritrova sulle panoramiche terrazze della Fondazione Rhinoceros, il palazzo dell’arte di Alda Fendi risalente al 1600 e inaugurato nel 2018 nel cuore del Velabro: un esclusivo rooftop bar e ristorante con vista sulla Roma antica, nonché spazio gastronomico e mixology con la supervisione dell’executive chef Giuseppe Di Iorio del ristorante Aroma. Tre terrazze – ‘Palatino’, ‘Venere’ e ‘Terrazza 360’ – e un ristorante indoor dall’arredamento minimalista, dalle nuances a contrasto, volta a stemperare il rigore della struttura, dove assaporare una cucina celebrativa dell’italianità e cocktail d’autore.

Tra i rooftoop da segnare in agenda (o sulle note del telefono) ci sono anche: Terrazza Borromini, che si affaccia su piazza Navona, regalando tramonti da sogno e piatti mediterranei rivisitati con eleganza; Zuma Rome, al quarto piano di Palazzo Fendi, che offre sushi raffinato, cocktail fatti ‘a regola d’arte’ e un panorama che abbraccia Trinità dei Monti; tra il rione Monti e la realtà multietnica di piazza Vittorio sorge il Masa Rooftop, all’interno de The Major Hotel di Roma, che unisce la vista unica e privilegiata sulla Basilica di Santa Maria Maggiore alle atmosfere del vicino Oriente grazie alla cucina creativa e speziata dello chef romano Danilo Mancini. Ad accogliere i clienti e a gestire con sapienza e cortesie la sala c’è il Restaurant Manager Daniele Ferraiuolo; a Villa Borghese c’è Settimo del Sofitel Roma Villa Borghese, si può descrivere come un’oasi di eleganza e accoglienza in cui la raffinata estetica francese si intreccia con la romanità non solo nell’arredamento ma anche nei piatti dai sapori autentici; il fiore all’occhiello dell’Hotel Atlante Star, nel quartiere Prati, è il ristorante Les Étoiles, dall’aperitivo alla cena propone piatti che nascono dall’attenzione per le materie prime e da tante ricerca, senza dimenticare la foto ‘instagrammabile’ da scattare tra le due siepi che incorniciano la Cupola di San Pietro.

Per i ‘party animal’ (e non solo) c’è il Flora Rooftoop, all’interno del Marriott Grand Hotel Flora a via Veneto, con musica dal vivo e dj set al tramonto, ma anche colazioni sotto il cielo terso di Roma, cene dal sapore mediterraneo e contemporaneo e dopocena sotto le stelle. Per i nostalgici degli Anni 60, il Paparazzo Bar&Rooftop dell'hotel Le Méridien Visconti Rome, ispirato all’allure inconfondibile della Dolce Vita e alla figura del paparazzo nato proprio grazie al lavoro del cineasta Federico Fellini.

 

Roma segreta: dall'Hotel de Russie al Sanctuary, i giardini da provare

La Capitale è quella città dove puoi partire, senza partire. Sparsi nelle zone più esclusive ci sono i giardini, anzi vere e proprie corti, all’interno di hotel di lusso, dove fermare il tempo, lasciando il caos fuori. A partire da Le Jardin all’interno dell’Hotel de Russie, a un passo da piazza del Popolo: un’oasi di bellezza e di calma dove mangiare cucina italiana e sorseggiare cocktail. E non solo. C’è un giardino nel giardino: il Secret Garden Table, disponibile per un massimo di tre ospiti, che dà agli ospiti un biglietto di sola andata verso un viaggio culinario intimo accompagnato da musica, dalle composizioni floreali create da Sebastian Flowers e dalla cucina dello chef Fulvio Pierangelini. E per un momento più ‘soft’ ma comunque esclusivo, un tavolo allo Stravinskij Bar – sempre all’interno del de Russie - è una tappa (quasi) obbligatoria, accompagnati da cocktail classici e contemporanei.

Varcare la soglia del The Sanctuary Eco Retreat, a pochi passi dal Colosseo, è come fare un viaggio – senza prendere l’aereo – in Thailandia: un rifugio urbano dove spazi verdi, design esotico, cucina fusion e musica si uniscono. A nord di Roma un bistrot in un vivaio tra food, comfort e natura: è il Belloverde. Tra piante rigogliose, fiori profumati e un’atmosfera bucolica, ci si può rilassare per una colazione, un pranzo sfizioso, un aperitivo in compagnia o una cena con piatti della tradizione capitolina e italiana, pizza romana, burger e dolci fatti in casa. Spazio anche al dopocena con l'accurata proposta mixology. Immerso nel verde dell’Appia Antica, Solum è il 'listening restaurant' dove l’estate romana si gusta e si ascolta. Dall’aperitivo al dopocena, cocktail botanici, brace e musica dal vivo animano il giardino segreto, regno 'en plein air' dell’imprenditore Edoardo Marchese, con la direzione gastronomica dello chef Gaetano Costa. Settimanalmente, una raffinata selezione musicale accompagna le serate, rendendo il suono parte integrante dell’esperienza. Un’oasi agreste lontana dal caos cittadino, tra piante aromatiche e luci soffuse, in cui il tempo rallenta e le serate si accendono sotto le stelle.

 

I 'fuori menù'

Il Marchese, raffinato indirizzo su via di Ripetta, dove ci si può accomodare ai tavoli con vista sull’Ara Pacis: un incontro perfetto tra cucina romana e memoria imperiale. Eleganza senza tempo è il tratto distintivo di Kohaku, il ristorante dal dehor sofisticato che restituisce, tra luci e dettagli, tutto il fascino della cultura orientale. Si trova a pochi passi da via Veneto e propone un'idea di cucina che si fonda sull’instaurare un dialogo diretto con la materia prima con l’obiettivo di esaltare al massimo il gusto di ogni ingrediente.

Nel cuore del moderno complesso residenziale di Città del Sole, a pochi passi da piazza Carlo Magno, si trova Gusta: uno spazio urbano dall’anima moderna, dove il design industriale incontra sapori creativi in un contesto che richiama la Roma più dinamica e attuale. Qui, il giovane proprietario Riccardo Ce on e lo chef Edoardo Conti propongono una cucina creativa e cosmopolita. La migliore cucina messinese in città si trova da Siciliainbocca, nel quartiere Prati, dove l’ampio dehor si respira sicilianità in ogni dettaglio, a partire dai piatti e dai colori.

Alle porte di Roma, nei pressi della Sorgente di Santa Susanna a Rivodutri (in provincia di Rieti), c'è La Trota (1 stella Michelin): un ristorante di famiglia che ha rivoluzionato il concetto di pesce d'acqua dolce. A Trevinano, in provincia di Viterbo, il ristorante La Parolina (1 stella Michelin) sotto la guida degli chef Iside de Cesare e Romano Gordini propone piatti che combinano gli ingredienti semplice del territorio con le tecniche moderne. Una tappa da fare se ci si trova ad Acuto, in provincia di Frosinone, è da Colline Ciociare (1 stella Michelin). Lo chef Salvatore Tassa propone pochi piatti che omaggiano la tradizione, prediligendo il vegetale, all'insegna dell’ecosostenibilità, la territorialità e la stagionalità.

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