
Mariastella Giorlandino: "Si fermi questa deriva prima che diventi un pericoloso precedente"
"La fisioterapia in farmacia è un'altra scorciatoia che calpesta le regole sanitarie". Così in una nota l'Uap, l'Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata, che rappresenta oltre 27.000 strutture su tutto il territorio, mette in guardia Governo e Regioni: "Dopo gli esami diagnostici e i vaccini dietro al bancone, ora si prova a trasformare la farmacia in centro di riabilitazione. E' l'ennesimo tentativo di aggirare le norme che tutelano pazienti e qualità delle cure". La farmacia "è un presidio fondamentale, ma resta un esercizio commerciale. La riabilitazione, invece, è un atto sanitario complesso che necessita di ambienti idonei, professionalità dedicate e controlli stringenti. Si fermi questa deriva prima che diventi un pericoloso precedente", dichiara il presidente Uap, Mariastella Giorlandino.
Ecco, secondo l'Uap, le norme che si vogliono scavalcare: "Autorizzazione sanitaria ex D.Lgs 502/199: per erogare trattamenti riabilitativi servono requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, nonché un direttore sanitario responsabile; la farmacia ne è priva. Il principio dell'accreditamento: il Ssn riconosce solo strutture - pubbliche o private - che rispettano gli stessi standard di sicurezza e controllo; estendere la riabilitazione alle farmacie crea un'evidente disparità normativa. Atto medico e supervisione specialistica: la presa in carico riabilitativa richiede la valutazione di un medico fisiatra; consentirla in farmacia significherebbe, di fatto, autorizzare personale non medico a decidere percorsi terapeutici, con seri rischi clinici". Uap elenca i rischi per pazienti e per il Ssn. "Percorsi di cura inappropriati o tardivi: senza un inquadramento medico specialistico, aumenta la probabilità di trattamenti inefficaci o dannosi; duplice spesa per il cittadino e per il Ssn: il paziente finirebbe per ripetere visite e terapie in strutture accreditate, duplicando costi e liste d'attesa; conflitto di interessi: chi vende prodotti farmaceutici e parafarmaceutici non può, al contempo, prescrivere e somministrare terapie" altrimenti "la logica del fatturato sovrasterebbe l'appropriatezza clinici".
Queste le richieste dell'Uap. "Moratoria immediata su ogni protocollo regionale che preveda trattamenti fisioterapici all'interno delle farmacie, in assenza di una riforma normativa organica; tavolo tecnico urgente al ministero della Salute con Ordini professionali, Regioni e rappresentanze delle strutture sanitarie per definire confini chiari fra 'farmacia dei servizi' e prestazioni riabilitative; sanzioni esemplari per chi promuove prestazioni terapeutiche senza autorizzazione, per tutelare la salute dei cittadini e la certezza del diritto".