I diari di Leonetta Cecchi Pieraccini raccontano il Novecento

Un diario privato si trasforma in una testimonianza storica preziosa

I diari di Leonetta Cecchi Pieraccini raccontano il Novecento
07 ottobre 2025 | 09.27
LETTURA: 2 minuti

Un indirizzo, Corso d'Italia 11 a Roma, e una voce femminile che annota, giorno dopo giorno, l'intimo e il pubblico, le cene di famiglia e gli incontri con l’élite culturale italiana, le tensioni politiche e le emozioni domestiche. È da qui che riparte il viaggio nei diari di Leonetta Cecchi Pieraccini, pittrice, scrittrice e moglie del critico letterario Emilio Cecchi. Sellerio pubblica "Agendine 1930-1945", secondo volume di una straordinaria raccolta diaristica che illumina dall'interno alcuni dei decenni più complessi del Novecento italiano.

Leonetta, nata nel 1882 a Poggibonsi e morta a Roma nel 1977, fu molto più che una raffinata ritrattista. Allieva di Fattori, partecipe della scena artistica e letteraria del tempo, ha raccontato in presa diretta i fermenti, le contraddizioni e le tragedie dell’Italia fascista, attraverso un punto di vista inusuale: quello di una donna che osserva, ascolta, registra, senza mai giudicare apertamente. Le sue agendine, o "quaderni", diventano così un diario corale e uno specchio della società dell’epoca.

La casa romana in cui visse con Cecchi fu epicentro di un'intensa vita culturale, frequentata da intellettuali, artisti e politici. Ma nei suoi appunti c’è spazio anche per la famiglia: la figlia Suso Cecchi d’Amico, futura sceneggiatrice del cinema italiano, e il figlio Dario, pittore e scenografo. I diari, pubblicati parzialmente dalla stessa autrice tra gli anni ’50 e ’60 in versioni edulcorate, tornano ora alla loro forma più autentica, grazie al lavoro filologico e affettivo della curatrice Isabella d’Amico, che ne ha già curato il primo volume, Agendine 1911-1929, uscito nel 2015.

Lo stile di Leonetta è diretto, elegante, quasi narrativo. L’umorismo lieve, la capacità di cogliere tic e posture altrui, restituiscono ritratti vividi, mai caricaturali. Le sue parole fotografano la vanità degli intellettuali, le ipocrisie della società borghese, ma anche il dolore della guerra, le difficoltà della quotidianità, l’ansia per i figli.

Più che un semplice diario, "Agendine 1930-1945" è un documento storico di valore inestimabile: un mosaico di cronaca, costume, e introspezione che ci riporta, con grazia e precisione, al cuore di un’epoca che ha segnato profondamente l’identità italiana. (di Paolo Martini)

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza