Consiglio di Stato ribalta una sentenza del Tar che aveva sospeso circolare del Viminale per garantire maggiore sicurezza nelle strutture ricettive
Da oggi per alloggiare in un B&B o in una casa vacanze, ovvero un affitto breve, vige la regola che gli ospiti dovranno effettuare un riconoscimento de visu, dunque non basterà inviare la foto del documento ma al momento dell'ingresso nella struttura, si dovrà fare un self check-in attraverso una video chiamata o attraverso un video citofono affinché il cosiddetto 'host', ovvero chi offre il servizio di ospitalità, possa verificare che l'identità della persona e delle persone, che vi alloggeranno corrispondano effettivamente ai documenti forniti. Sì quindi al self check-in ma non automatizzato.
Lo conferma una sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata oggi, che di fatto ripristina quanto aveva stabilito una circolare del Viminale, emanata per garantire una maggiore sicurezza soprattutto nelle strutture extra alberghiere, dove spesso non sono presenti fisicamente gli host, circolare che era stata sospesa in virtù di una sentenza del Tar del Lazio e contro cui il ministero dell'Interno ha proposto un ricorso.
A commentare la notizia è stato lo stesso ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "La decisione del Consiglio di Stato che conferma l’obbligo di riconoscimento de visu degli alloggiati rafforza la sicurezza e chiarisce in modo definitivo le regole per tutte le strutture, comprese le locazioni brevi. La verifica diretta dell’identità tutela chi viaggia e chi vive nei quartieri più esposti e sostiene il lavoro quotidiano delle forze di polizia. È una pronuncia che conferma la linea sostenuta fin dall’inizio dal Viminale" ha detto Piantedosi.
A stretto giro sono arrivate anche le reazioni positive di Federalberghi e Confindustria Alberghi, che avevano presentato le loro istanze, a fronte dell'iniziativa del Consiglio di Stato, massimo organo di giustizia amministrativa. "Il riconoscimento de visu degli alloggiati comporta un impegno che gli albergatori (così come i gestori di residence, bed and breakfast, affittacamere e campeggi) assolvono da sempre con grande senso civico, consapevoli delle ricadute positive di cui beneficia tutta la comunità, come dimostrano i recenti casi in cui sono stati individuati e catturati pericolosi malviventi" ha commentato il presidente di Fedralberghi Bernabò Bocca.
"Accogliamo con soddisfazione il pieno riconoscimento della linea da noi sostenuta. Siamo favorevoli alle semplificazioni e aperti all’impiego di tecnologie innovative nelle nostre strutture, ma quando in gioco ci sono la sicurezza dei turisti e la tranquillità dei residenti, le valutazioni devono essere particolarmente rigorose". E' il commento di Confindustria Alberghi che aggiunge "il pronunciamento dei giudici contribuisce a rimuovere un’ingiustificata disparità applicativa tra le diverse forme di ricettività e interviene su un tema cruciale per il settore turistico: la sicurezza".
Esprime soddisfazione, dal canto suo, anche Airbnb Italia, la piattaforma di affitti brevi. "La sentenza del Consiglio di Stato dal nostro punto di vista è positiva perché la circolare lascia esplicitamente aperta la possibilità agli host di verificare l'identità delle persone utilizzando mezzi tecnologici, - sostiene Matteo Sarzana, country manager di Airbnb per l'Italia - quindi con video chiamata o video citofono, qualsiasi cosa che permetta di verificare l'identità delle persone quando arrivano effettivamente in casa, che era esattamente quello che avevamo suggerito al ministero".
Invece, a esprimere "forte preoccupazione" è Aigo Confesercenti "per le ricadute su un comparto che da anni è sottoposto a vincoli e adempimenti crescenti, spesso senza che venga considerata la specificità delle micro e piccole imprese extralberghiere" secondo quanto dichiara il presidente Claudio Cuomo, osservando che la circolare vieta il self check-in automatizzato per tutte le strutture ricettive, comprese le locazioni brevi.