Capobianco (Conflavoro), 'stop a scontri ideologici che penalizzano imprese e lavoratori'

'Lo sciopero della CGIL trasforma un diritto costituzionale in uno strumento di ricatto politico, scaricando su imprese e sistema produttivo costi che non possiamo più permetterci'

Capobianco (Conflavoro), 'stop a scontri ideologici che penalizzano imprese e lavoratori'
12 dicembre 2025 | 13.13
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"Lo sciopero proclamato oggi dalla CGIL trasforma un diritto costituzionale in uno strumento di ricatto politico, scaricando sulle imprese e sul sistema produttivo costi che il Paese non può più permettersi. I numeri che emergono dalle nostre analisi parlano chiaro: con 1.129 proteste all’anno, pari a 3,1 scioperi ogni giorno, l’Italia detiene un primato mondiale che grava pesantemente su economia, competitività e servizi essenziali". Lo ha dichiarato Roberto Capobianco, Presidente nazionale di Conflavoro, in merito allo sciopero proclamato dalla CGIL per oggi venerdì 12 dicembre.

"L’impatto complessivo di questo fenomeno - ricorda- ha un peso enorme: 5,5 miliardi di euro l’anno tra danni diretti e indiretti, con una perdita di produttività per le imprese stimata tra 1,8 e 2,4 miliardi e minori entrate per lo Stato comprese tra 580 e 810 milioni di euro. Nel complesso, il peso degli scioperi sul PIL italiano oscilla tra lo 0,15% e lo 0,25% annuo. Sono cifre che parlano da sole e che descrivono un Paese dove il conflitto viene privilegiato rispetto al confronto, con ripercussioni che colpiscono imprese, lavoratori e cittadini".

"Le aziende, già costrette a fronteggiare costi elevati e un contesto internazionale instabile, non possono continuare a subire le conseguenze di mobilitazioni che si ripetono senza alcuna valutazione dell’impatto complessivo sul tessuto produttivo. Siamo convinti che il Paese abbia bisogno di un metodo diverso, fondato sul dialogo, non su contrapposizioni ideologiche. Le imprese chiedono stabilità e un clima costruttivo che consenta di programmare investimenti e tutelare davvero l’occupazione. Continuare a utilizzare lo sciopero come leva politica non aiuta il mondo del lavoro: lo indebolisce. È tempo che tutti, sindacati compresi, si assumano la responsabilità di contribuire allo sviluppo del Paese anziché frenarlo” conclude Capobianco.

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