L'indagine, 1 italiano su 2 ha paura della crisi climatica

Ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale sotto la direzione dell'Istituto Walden Lab

L'indagine, 1 italiano su 2 ha paura della crisi climatica
11 novembre 2025 | 16.43
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La crisi climatica è per gli italiani la più grande preoccupazione per il futuro: ne hanno timore quasi 6 su 10 (57%, contro il 44% del 2022). Anche la visione della società italiana del domani è a tinte fosche: il 51% prevede un peggioramento, mentre solo 2 su 10 dimostrano ottimismo. Ma c'è chi si sta impegnando per creare una società migliore: al primo posto c'è il Non Profit (48%), una visione in coerenza con il dato che vede quasi 7 italiani su 10 (67%) protagonisti attivi di una donazione nel corso della vita. Sono alcuni dei dati emersi da una nuova ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale sotto la direzione dell'Istituto Walden Lab. Lo studio è stato condotto a luglio 2025 su un campione di 1000 italiani dai 25 anni in su.

Chi non si ritrova a pensare al futuro? 9 italiani su 10 dichiarano di farlo molto o abbastanza spesso, ma non è un pensiero rassicurante. A livello personale, la paura più diffusa riguarda la possibilità di contrarre gravi malattie (66%) ma, allargando lo sguardo sul mondo, anche la salute del nostro pianeta è un motivo di forte inquietudine: nelle prime 5 posizioni, tra le cause di preoccupazione troviamo i cambiamenti climatici e l'inquinamento (57%), nuove guerre (44%), la crescita della povertà (42%), possibili nuove pandemie (38%) ed eventi naturali catastrofici (22%).

In questo scenario globale, si teme che tra 10 anni in Italia diminuiranno l'eguaglianza economica (63%), la partecipazione democratica e il benessere mentale (entrambi al 59%), ma si prevede anche più attenzione all'ambiente (50%). In questo quadro, la metà degli italiani (48%) riconosce alle realtà del Terzo Settore l'impegno più grande, oggi, per migliorare le cose: 8 su 10 ritengono il Non Profit importante dal punto di vista sociale (81%), per il contributo che dà alla realizzazione di una società migliore, culturale (80%), per i valori che rappresenta e promuove, ed economico (77%), per il valore dei servizi che produce.

Un rapporto di fiducia che si traduce in donazioni in favore di cause umanitarie, sociali, ambientali: quasi 7 su 10 (67%) dichiara di averlo fatto almeno una volta nella vita e il 35% racconta di aver donato a una Non Profit proprio quest'anno. Anche nel 2025 resta in cima alla lista delle cause prescelte la ricerca medico-scientifica (45%) ma si nota la crescita dell'aiuto alle povertà in Italia (dal 18% del 2024 al 23% del 2025) e negli altri paesi (dal 16% del 2024 al 22% del 2025) e l'aiuto alle persone con disabilità (dal 13% del 2024 al 18% del 2025). Importante il senso di protezione per l'ambiente e per le altre specie animali, che insieme raccolgono il 26% dei consensi, e le donazioni per le emergenze umanitarie (24%).

"In un momento in cui il futuro appare incerto e le preoccupazioni crescono, gli italiani continuano a dimostrare un profondo senso di responsabilità collettiva - commenta Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d'oro - La fiducia riposta nel Terzo Settore e la propensione alla donazione sono segnali importanti: ci ricordano che, anche di fronte alla paura, prevale la volontà di costruire una società più giusta, solidale e sostenibile. In questo contesto, il lascito solidale rappresenta una forma di generosità particolarmente preziosa, perché consente a ciascuno di lasciare un segno concreto di speranza e di impegno verso le generazioni future. Come Comitato Testamento Solidale, continueremo nel nostro impegno per sensibilizzare e informare gli italiani su uno strumento di solidarietà alla portata di tutti, che può contribuire in maniera davvero concreta a realizzare il futuro che vogliamo e a scongiurare quello che invece temiamo”.

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