
L'Italia è tornata “ad essere un Paese centrale, affidabile, attrattivo” in Europa e “ha la forza contrattuale per rappresentare al meglio le esigenze di questo settore che deve affrontare come altri la transizione ambientale ed energetica”, ma senza “le gabbie ideologiche” del Green Deal europeo. E per questo il governo è impegnato a “rimuovere l'ostacolo che l'Unione Europea ha posto anche allo sviluppo di questo settore che, per esempio con le distorsioni che derivanti dal sistema degli Ets del FuelEu marittime, stanno producendo nel settore marittimo spingendo i traffici sostanzialmente sulla strada e questo non fa bene nemmeno all'ambiente ovviamente, oltre che non fa bene al nostro Paese perché si creano di fatto più emissioni di quelli che si vogliono risparmiare”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento in videocollegamento all'assemblea di Confitarma.
Nel 2026, a pieno regime, “l'Ets peserà in Europa per oltre 8 miliardi di euro l'anno, di cui 600 milioni sugli armatori italiani: insostenibile peso per tutti, anche per gli armatori italiani. È ancora più gravoso per voi il FuelEu Maritime che pesa 1,5 miliardi di euro già in quest'anno e può giungere, dobbiamo scongiurarlo, fino a 6,5 miliardi l'anno dal 2050”, ha spiegato il ministro, esortando quindi a lavorare su questo dossier “farlo subito e con intensità”, sia a livello di governo che a livello di associazioni per “ridurre questa zavorra che una visione ideologica insostenibile del Green Deal pone a carico delle imprese”.
Il Mimit sta realizzando il Libro Bianco Made in Italy 2030: “Lo presenteremo tra qualche settimana”, e “riconosceremo il valore del comparto della Blue Economy largamente intesa al cui al centro vi è sicuramente tutta l’attività che voi con i vostri associati e con i vostri marittimi fate”, delineando il comparto “come uno dei nuovi grandi comparti che possono aiutarci a rendere più competitivo il nostro sistema produttivo”. Accanto infatti ai cinque settori, “alle 'cinque A' che hanno contraddistinto nel mondo l'eccellenza del Made in Italy, noi abbiamo individuato altri cinque comparti che stanno facendosi largo che hanno bisogno di una politica settoriale industriale continuativa e duratura e strategica nel tempo e tra questo, certamente su tutti, la Blue Economy”, ha assicurato Urso.