Oltre 147 mila dehors in Italia ma quanto costano per i bar e ristoranti?

Un bar o ristorante su 2 ha tavolini all’aperto. In Italia l'occupazione del suolo pubblico va da 60 a 600 euro al mq all’anno. Roma al top degli aumenti.

Oltre 147 mila dehors in Italia ma quanto costano per i bar e ristoranti?
24 settembre 2025 | 12.20
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I tavolini all’aperto di bar e ristoranti, sono una realtà ben consolidata in Italia, oltre 1 impresa su 2 opera con l'occupazione di suolo pubblico. Sono circa 147mila, il 55,4% degli esercizi a essere dotati dei cosiddetti dehors. E’ quanto stima Fipe, l’associazione di categoria aderente a Confcommercio, in un’indagine anticipata all’Adnkronos. I Dehors si sono consolidati durante il covid tuttavia nel 40% dei casi erano già presenti prima dell’emergenza sanitaria.

"Bisogna partire da un presupposto e cioè che i dehors non devono essere in contrasto con il territorio ma possono valorizzarlo se ben fatti, il tema è l’arredo. Quindi occorre uscire dal sistema di precarietà ovvero, se oggi puoi avere uno spazio all’esterno e domani non sai se ce l’hai ancora….perché così un imprenditore fatica a fare un investimento" rimarca Luciano Sbraga, direttore dell’Ufficio studi di Fipe. Ed infatti circa 110.000 esercizi (il 42%) hanno investito tra il 2020 e il 2023 per allestire o ammodernare i dehors presenti nel proprio locale per un valore economico complessivo di 700 milioni di euro, stima Fipe.

Più moderni, funzionali e confortevoli, in linea con le nuove esigenze di consumo della clientela e nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano, è questa la fisionomia dei nuovi dehors. Una leva agli investimenti, in questo ambito, sono state senz’altro le concessioni di suolo pubblico rilasciate durante il periodo pandemico in assenza delle preventive autorizzazioni previste dal codice dei beni culturali e del paesaggio. Dalla ricerca emerge inoltre che nel 2024, circa il 5% degli imprenditori titolari di bar e ristoranti ha dichiarato di voler investire in questo ambito.

Ma i canoni per l'occupazione di suolo pubblico sono alti in Italia, soprattutto a Roma. "Il problema è che negli ultimi dieci anni ci sono stati fin troppi aumenti e in una grande città come Roma, ad esempio, si è preferito diversificare i canoni per zone" afferma Pica, vicepresidente vicario di Fiepet-Confesercenti, nel commentare con l'Adnkronos la possibilità data agli esercizi pubblici di mettere i tavolini all’aperto fino a giugno 2027 in attesa delle nuove norme. A livello nazionale le tariffe per l’occupazione di suolo pubblico sono molto diverse, si va da un minimo di 60 euro a un massimo di 600 euro al metro quadro all’anno. Peccato però che, nella maggior parte dei casi, né la tassa per l’occupazione di suolo pubblico né tantomeno la tassa di soggiorno vengono reinvestite per il rilancio del turismo".

A proposito di Roma il direttore di Fipe Luciano Sbraga incalza. "Il comune di Roma ha fatto una scelta, a partire da quest’anno, ha diversificato il canone per l’occupazione del suolo pubblico in funzione dei valori Omi, i valori dell'Osservatorio Immobiliare, quindi in funzione di quanto vale un immobile in una certa zona ha dimensionato i canoni delle occupazioni di suolo pubblico". "Ci sono aumenti anche molto importanti fino al 244% in tre anni- spiega - ma la media è del 100% che viene dilazionato in tre tranche e dunque un aumento del 30% quest'anno, del 50% l'anno prossimo e del 20% nel 2027. Nelle aree di maggior pregio, ad esempio, si passa da 163 euro al metro quadrato all’anno a 561 euro".

E tutto questo può riverberarsi sui prezzi della tazzina o del cornetto. "Fino ad un certo limite certi aumenti li puoi assorbire, – rimarca Sbraga - magari provi a rinunciare ad uno, due punti di margine però oltre una certa soglia quei costi si scaricano sui prezzi di vendita. Di qui si capisce la differenziazione di prezzo tra servizio al banco al bar e servizio al tavolo, con una motivazione legata sia all'occupazione di suolo che al personale".

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