Ponte sullo Stretto, Corte Conti: "Violata direttiva Ue habitat"

Violate due direttive europee e manca il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario: i motivi alla base della decisione della magistratura contabile

Il plastico del Ponte sullo Stretto - (Fotogramma/IPa)
Il plastico del Ponte sullo Stretto - (Fotogramma/IPa)
27 novembre 2025 | 19.22
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Violazione di due direttive europee, tra cui quella relativa alla conservazione di habitat naturali, e mancanza del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario. Sono i motivi alla base della decisione della Corte dei Conti che lo scorso ottobre ha negato il visto e la conseguente registrazione alla delibera del Cipess (di agosto) sul via libera al ponte sullo Stretto di Messina, come si legge nella lunga deliberazione depositata oggi dalla Sezione centrale di controllo di legittimità della Corte.

La magistratura contabile, esaminando la delibera del Cipess che dava l’ok al progetto del Ponte sullo Stretto, ha rilevato una “violazione della direttiva 92/43/Ce del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali”, a causa, si legge, "della carenza di istruttoria e di motivazione della c.d. delibera Iropi".

Secondo la Corte, “in via generale, l’iter procedurale osservato” non risulta “coerente con il riparto di competenze e la doverosa distinzione tra attività di indirizzo politico e attività amministrativa”. C’è poi una seconda direttiva europea che, secondo la Corte, non è stata rispettata: "La direttiva 2014/24/Ue”, la cosiddetta direttiva sugli Appalti, in particolare l’articolo 72 in particolare, in considerazione “delle modificazioni sostanziali, oggettive e soggettive, intervenute nell’originario rapporto contrattuale”.

Infine, manca “l’acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti in relazione al piano tariffario posto a fondamento del piano economico e finanziario”.

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