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Brasile: anche Rio de Janeiro contro Uber, è illegale

L'SMTR ha annunciato di aver presentato una denuncia alla polizia e gli autisti affiliati rischiano il sequestro delle loro auto

Brasile: anche Rio de Janeiro contro Uber, è illegale
09 dicembre 2014 | 15.38
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Uber illegale anche a Rio de Janeiro. Dopo l'India, dove una donna sarebbe stata violentata da un tassista affiliato, il Brasile si aggiunge così alla lista dei Paesi che cercano di bandire la popolare app della start-up californiana che mette in contatto tramite smartphone passeggeri e autisti.

L'ufficio trasporti di Rio, ha infatti annunciato di aver presentato una denuncia alla polizia contro Uber e altre società simili, sostenendo che operano illegalmente in città, non avendo una licenza adeguata per il servizio di taxi. "Il SMTR ha inviato una lettera alla polizia chiedendo di avviare un'indagine", si legge in una dichiarazione che definisce il servizio offerto da Uber "illegale" e gli autisti rischiano il sequestro delle loro auto.

Secondo quanto ha risposto la polizia, sul caso sta indagando il capo dell'unità crimini informatici della città. Mentre Uber ha fatto sapere di non ha ricevuto alcuna notifica da parte delle autorità di Rio e si è dichiarata impaziente di lavorare con le istituzioni per avere una regolamentazione.

Nato a San Francisco nel 2010, il servizio è cresciuto rapidamente ed ora è disponibile in più di 250 città in 50 paesi di tutto il mondo. La settimana scorsa la start-up, grazie ad un nuovo round di finanziamenti da 1,2 miliardi di dollari, ha aumentato la sua valutazione a 40 miliardi di dollari, dopo i 17 indicati soltanto nel giugno scorso.

Una crescita che però non è avvenuta senza problemi. L'ultimo due giorni fa a New Delhi, dove il servizio è stato bandito in seguito alla denuncia di una turista che accusava uno dei suoi autisti di stupro. Nel mese di giugno, i tassisti di Londra, Parigi, Berlino, Madrid e di altre città europee, sono invece scesi in piazza per protestare contro l'applicazione della società californiana colpevole, a loro avviso, di infrangere i regolamenti locali per la concessione delle licenze.

"Queste applicazioni non garantiscono la sicurezza dei passeggeri. Il rischio per la popolazione è che i conducenti affiliati non abbiano gli stessi requisiti di un tassista regolamentato, che deve, ad esempio, presentare un casellario giudiziario, avere un'assicurazione di responsabilità civile e far ispezionare il veicolo ogni anno", ha aggiunto l'azienda di trasporti della città di Rio.

Un'accusa che Uber, sul suo sito web, rimanda al mittente assicurando che il "servizio aderisce ai più severi standard di sicurezza possibili".

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