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Migranti, Malta: "Siamo stati lasciati soli, abbiamo bisogno di aiuto"

Il ministro degli Esteri e degli Affari Europei maltese Evarist Bartolo: "Più il problema diventa grande, meno solidarietà otteniamo. Non diventeremo il centro europeo della crisi"

(Fotogramma)
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22 maggio 2020 | 11.52
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Malta, il più piccolo Stato dell'Ue, alza la voce e denuncia di essere stata "lasciata sola" a fronteggiare i flussi migratori dal Nordafrica, che sono in forte aumento. "Il problema migratorio dell'Europa è una responsabilità collettiva e dobbiamo trovare un modo per affrontare insieme questa sfida - dice il ministro degli Esteri e degli Affari Europei maltese Evarist Bartolo - ma siamo stati lasciati soli. Le parole di simpatia non bastano: abbiamo bisogno di aiuti pratici. Abbiamo bisogno di ricollocare un certo numero di migranti in altri Paesi".

"Vogliamo preservare il diritto delle persone di chiedere protezione internazionale - continua Bartolo - ma ci sono dei limiti a quello che possiamo fare e di certo non possiamo farlo da soli". Il ministro sottolinea che "più il problema diventa grande, meno solidarietà otteniamo. Dal 2005 solo l'8% dei migranti irregolari arrivati a Malta è stato ricollocato in altri Stati membri".

"Abbiamo chiesto solidarietà europea sui ricollocamenti e per quest'anno, quando sono arrivati 1.500 migranti, finora solo Francia e Portogallo hanno promesso di accogliere 36 migranti. Non ci si può aspettare che Malta sostenga da sola tutto il peso dei flussi migratori, quando in ultima analisi protegge il confine esterno europeo. Faremo la nostra parte, ma non possiamo diventare il centro della crisi d'Europa. E non lo diventeremo", assicura Bartolo.

Ai Paesi Ue che si stupiscono che Malta si faccia sentire in questo momento, Bartolo risponde che "forse non sanno che nei primi tre mesi dell'anno c'è stato un aumento del 438% degli arrivi sulla rotta del Mediterraneo Centrale. In aprile è stato di tre volte tanto. Quest'anno finora sono arrivati 1.500 migranti irregolari a Malta, quasi la metà del totale dell'intero 2019".

"Più arrivi sono previsti con l'avvicinarsi dell'estate e con il peggioramento della situazione nel Nordafrica - sottolinea Bartolo - sempre più persone vedranno l'attraversamento del Mediterraneo come l'unica speranza di una vita migliore".

Malta è grande circa un ottavo del Lussemburgo ed è uno dei Paesi più densamente popolati del mondo, con oltre 1.300 abitanti per km quadrato, quando l'Italia ne ha 192 (Istat). Il governo maltese ha deciso di congelare la propria partecipazione all'operazione Irini finché non otterrà aiuti sul fronte migratorio: per Malta Today, La Valletta avrebbe anche deciso di porre il veto alla nomina del comandante dell'operazione, per avere aiuto.

L'operazione Irini "contribuisce in realtà a risolvere alcune delle cause profonde della difficile situazione che Malta sta affrontando oggi" sul fronte migratorio, dice all'Adnkronos il portavoce della Commissione per gli Affari Esteri, Peter Stano. "Attuando l'embargo all'esportazione di armi deciso dall'Onu - continua Stano - l'operazione Irini mira a porre fine al flusso illegale di armi ed equipaggiamenti militari verso la Libia, che sostiene il conflitto in corso. E' un contributo concreto da parte dell'Ue, come concordato da tutti gli Stati membri, per arrivare ad un cessate il fuoco, come primo passo per porre fine al conflitto".

"Fermare i combattimenti e trovare una soluzione politica - prosegue il portavoce - permetterebbe anche di aiutare a gestire le migrazioni in modo sostenibile. L'Alto Rappresentante Josep Borrell ha già fatto un appello a 'tutti gli Stati membri che possono sostenere Malta ad affrontare questa ultima ondata migratoria dalla Libia e che non si risolverà finché non stabilizziamo politicamente quel Paese. Spero che, grazie all'aiuto di alcuni e alla buona volontà di altri, saremo in grado di risolvere i problemi ancora irrisolti'", conclude.

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