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Calenda: "Fase 2 organizzata male, governo in ritardo"

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23 aprile 2020 | 09.23
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La fase due "penso che il governo l'abbia organizzata male perché è arrivato molto in ritardo a studiare il meccanismo delle riaperture. Era giusto individuare un manager da affiancare a una figura più esperta a livello sanitario. Questa sarebbe stata una task force, quello di Colao invece è un comitato consultivo. Credo che in questo senso il comitato di Colao non aiuterà perché implementare quei provvedimenti sarà molto complicato". Così Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione, ai microfoni della trasmissione 'L’Italia s’è desta', condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

"Questa sarà una fase ancora molto incerta perché non sarà uniforme e perché anche le fabbriche che ricominceranno si ritroveranno in un'economia in grave recessione e quindi in grandissima difficoltà. Tutti i pacchetti a imprese e famiglie stanno arrivando in grave ritardo o non stanno arrivando per niente. Stiamo sottovalutando gli effetti sociali di un pil che fletterà a -10%. Ci sarà un rimbalzo del pil il prossimo anno, il problema è quale sarà la somma tra i due anni, secondo le previsioni -5%".

Secondo Calenda "stiamo parlando di uno shock da cui è difficile riprendersi. Abbiamo una situazione di una gravità inaudita che come tale dovrebbe essere trattata dalle forze politiche, ma così non è. Il problema è che in Italia i soldi per l'economia reale non riusciamo a spenderli perché abbiamo una classe politica che non ha l'esperienza neanche per gestire un'edicola. Questo non si risolverà finché non metteremo al governo persone che abbiano almeno gestito un bar o una farmacia".

Quanto al Mes, Calenda spiega: "è un prestito, originariamente nato per i Paesi che avevano speso troppo. E siccome è un prestito dato da altri Paesi è un prestito molto condizionato perché se tu hai speso i soldi in donne e champagne, chi ti presta i soldi vuole sapere come li spenderai. E l'Italia in passato i soldi li ha spesi in donne e champagne, cioè male. Questa cosa qui però non vale per la pandemia, quindi è stato deciso che i prestiti sanitari saranno senza condizioni. Questo bisogna vederlo scritto sulla carta".

Se così fosse, conclude Calenda, "è evidente che questi soldi sarebbero da prendere, ma comunque sarebbero pochi. Anche col Qe della Bce i nostri tassi stanno salendo, quindi ci servono modi per spendere soldi diversi da quelli tradizionali. Il recovery fund può essere uno strumento ideale".

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