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Il Piano Draghi per la competitività europea è una sfida anche italiana

14 ottobre 2024 | 17.10
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Mario Draghi è sempre lui. Lo stesso del ‘Whatever it takes’ e lo stesso del bazooka utilizzato quando era presidente della Bce per salvare l’euro. Il suo rapporto sul futuro della competitività europea, presentato ufficialmente lunedì 9 settembre a Bruxelles, è, insieme, un manifesto e un brusco richiamo alla realtà: “Basta rinviare, bisogna agire”. Le parole che ha usato per presentare il Piano sono state scelte con estrema cura. L’estrema sintesi è che l’Europa deve cambiare radicalmente perché è di fronte a una sfida esistenziale. Per farlo deve investire molto, fino a 800 mld l’anno, e ricorrere, come ha fatto per il Next Generation Eu in piena emergenza Covid, al debito comune. Altri pilastri della roadmap per le riforme necessarie a rilanciare l’Unione europea sono la tutela dello stato sociale e il finanziamento indispensabile per la difesa, che va indirizzato su iniziative comuni. La sfida che ha lanciato l’ex presidente della Bce è rivolta a tutti i Paesi europei ma ha evidentemente delle ricadute politiche chiare nel contesto italiano. Perché è il predecessore di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e perché intorno alla cosiddetta ‘agenda Draghi’ si sono confrontate e divise le forze politiche che oggi formano la maggioranza e l’opposizione parlamentare. Due incontri successivi alla presentazione del piano a Bruxelles hanno catalizzato l’attenzione delle cronache politiche. Il primo, a sorpresa, è stato quello con Marina Berlusconi. La visita di Draghi nella casa milanese della figlia di Silvio Berlusconi c’è stata mercoledì 11 settembre ma la notizia è trapelata solo due giorni dopo, alimentando ricostruzioni e retroscena. Stando a quanto è emerso, il confronto è servito a riflettere sulle implicazioni delle politiche economiche e su come anche il settore privato possa giocare un proprio ruolo nella crescita e nello sviluppo. La versione veicolata dai portavoce di Marina Berlusconi tende a ridimensionare qualsiasi implicazione politica: è stato "un incontro di cortesia già pianificato da tempo, oltre che un'occasione di conoscenza reciproca. Rientra nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la Presidente Berlusconi svolge in qualità di imprenditore". L’altro incontro, a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, è andato in scena una settimana dopo, mercoledì 18 settembre. Al centro del lungo colloquio, ha spiegato una nota di Palazzo Chigi, “un confronto approfondito sul Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Draghi, che contiene secondo il Governo diversi importanti spunti, tra cui la necessità di un maggiore impulso all’innovazione, la questione demografica, l’approvvigionamento di materie prime critiche e il controllo delle catene del valore e, più in generale, la necessità che l’Europa preveda strumenti adatti a realizzare le sue ambiziose strategie - dal rafforzamento dell’industria della difesa fino alle doppie transizioni - senza escludere aprioristicamente nulla, compresa la possibilità di un nuovo debito comune”. Priorità “condivise che rispecchiano anche il lavoro portato avanti dal Governo in Italia e nelle Istituzioni europee”. I due Presidenti “sono rimasti d’accordo di tenersi in contatto per continuare ad approfondire queste materie”.

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