L'azione mirava a contrastare l'espansione della fazione criminale Comando Vermelho. Arrestate 81 persone
Almeno 132 persone, tra sospetti e agenti, sono morte durante l''Operazione Containment' nei complessi a nord di Rio de Janeiro in Brasile, secondo fonti dell'ufficio del Difensore civico citate dall'Afp. "Secondo gli ultimi dati in nostro possesso, il bilancio è di 132 morti", hanno reso noto le fonti. Si tratta del bilancio più pesante mai registrato in un'operazione della polizia della città brasiliana.
Il governatore di Rio, Claudio Castro, ha invece parlato per l'operazione antidroga condotta alla vigilia di un bilancio di 60 morti, anche se ha previsto un aggravamento dovuto al fatto che i decessi vengono registrati solo quando le salme arrivano all'istituto di medicina legale.
L'azione, condotta congiuntamente da polizia civile e militare, mirava a contrastare l'espansione della fazione criminale Comando Vermelho. L'operazione ha portato al sequestro di 31 fucili e l'arresto di 81 persone, tra cui un leader del gruppo.
I criminali hanno lanciato esplosivi con droni contro agenti e civili, e i residenti - secondo Folha - hanno denunciato sparatorie e strade bloccate. Scuole e strutture sanitarie hanno sospeso le attività nelle aree colpite. Secondo la Procura, i complessi sono strategici per il traffico di droga e fanno parte del progetto di espansione del Comando Vermelho, che conta 67 membri incriminati, tra cui i leader Edgar Alves de Andrade, detto Doca, e Pedro Paulo Guedes, noto come Pedro Bala.
Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva è "inorridito" per il numero delle persone rimaste uccise nella mega operazione condotta dalla polizia contro le gang del narcotraffico. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Ricardo Lewandowski.
Il presidente è inoltre "rimasto sorpreso dal fatto che un'operazione di questa portata fosse stata organizzata senza che fosse informato il governo federale", ha affermato il ministro.
Le dichiarazioni arrivano dopo che il governatore di Rio, Claudio Castro, alleato dell'ex presidente Javier Bolsonaro, ha puntato il dito contro il governo di Lula, denunciando la presunta mancanza di sostegno federale alla lotta ai narcotrafficanti e criticando la sentenza della Corte Suprema che limita le operazioni nelle favelas, favorendo secondo lui la crescita del traffico di droga.