
L'attivista in un'intervista racconta le ore trascorse in carcere dopo lo stop alla Flotilla
"Mi hanno insultata, gettata a terra, presa a calci". Greta Thunberg, in una lunga intervista a Aftonbladet, descrive il trattamento che le è stato riservato due settimane fa, quando è stata intercettata da Israele a bordo della Flotilla diretta verso Gaza. L'attivista svedese nelle prime dichiarazioni non ha fatto riferimento specifico ai "maltrattamenti" subiti. Ora, a distanza di tempo, racconta le ore trascorse in carcere, mostrando anche la valigia rispedita da Israele: sul bagaglio spicca una scritta con un insulto (puttana) e il disegno di un pene. "I soldati israeliani mi hanno buttata a terra, hanno piazzato una bandiera israeliana accanto a me e mi colpivano ogni volta che il tessuto mi toccava il viso", dice raccontando violenze e vessazioni che non sono state risparmiate praticamente a nessuno. "Ogni volta che qualcuno alzava la testa, veniva colpito di nuovo", dice. "Mi hanno trascinata in un angolo... 'Un posto speciale per una signora speciale', dicevano. Avevano imparato frasi in svedese come 'Lilla hora' (piccola putt...) e 'Hora Greta' (puttana Greta), che ripetevano in continuazione. Mi urlavano insulti e mi spogliavano, filmandomi. Era un'umiliazione pianificata", afferma ancora.
"Mi hanno presa a calci ogni volta che la bandiera mi sfiorava il viso, urlando 'Non toccare la bandiera'", dice, ricordando anche l'arrivo del ministro Ben Gvir nel carcere. "C'era anche un ministro israeliano che gridava: 'Siete terroristi! Assicuratevi che siano trattati come terroristi e marciscano in prigione'", dice. Quindi, altri dettagli: "Ci negavano acqua e cibo per ore. In prigione, le guardie ci picchiavano, ci minacciavano e ci umiliavano psicologicamente". Alla giornalista di Aftonbladet, mostra il bagaglio con insulti e disegni osceni: "Lo fanno i bambini di 5 anni...".