
Iniziativa diplomatica a Ginevra di Francia, Germania e Regno Unito. Kallas: "Dialogo resti aperto". Cinque israeliani feriti da missile iraniano su Beer Sheva. Gb prepara voli charter per evacuare britannici da Israele
Non si ferma la guerra tra Israele e Iran con bombe e missili piovuti oggi, venerdì 20 giugno, su entrambi i Paesi mentre a Ginevra è in corso un'iniziativa diplomatica voluta da Francia, Gb e Germania.
In queste ore una nuova ondata di raid dell'Idf è in corso nella zona centrale e occidentale dell'Iran. I caccia, secondo quanto riferito dal Times of Israel, stanno prendendo di mira obiettivi militari.
Ma l'Iran risponde agli attacchi. Proprio nelle stesse ore le sirene di allarme sono scattate su tutto il territorio israeliano per un altro attacco con missili balistici dall'Iran, scrive sempre il Times of Israel, riferendo di "numerose esplosioni" avvertite nella zona di Beersheba, a sud, e a Tel Aviv e Gerusalemme.
"Il nostro obiettivo è distruggere il programma nucleare iraniano e abbiamo la capacità di farlo". Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante una visita all'Istituto Weizmann, colpito nei giorni scorsi in un raid delle forze di Teheran.
"Non permetteremo che il regime iraniano si doti di un'arma nucleare", ha proseguito Netanyahu, accusando l'Iran di "prendere di mira i civili", mentre "noi lo evitiamo". Il primo ministro ha infine ringraziato il presidente americano, Donald Trump, "per il suo sostegno nella difesa di Israele".
E il capo di Stato maggiore dell'Idf, Eyal Zamir, ha avvertito che Israele deve prepararsi a una "campagna prolungata" contro l'Iran, necessaria per "eliminare una minaccia di tale portata". In un videomessaggio rivolto alla nazione, Zamir ha spiegato che Teheran ha "costruito per anni un piano chiaro per distruggere lo Stato di Israele", e che negli ultimi mesi "quel piano ha raggiunto un punto di non ritorno". Da qui la decisione di lanciare un'offensiva preventiva per fermare lo sviluppo missilistico, l'avanzamento nucleare e l'attività dei proxy regionali iraniani.
Zamir ha rivelato che al momento dell’attacco l’Iran disponeva di circa 2.500 missili balistici e si avviava a triplicarne il numero entro due anni. "La nostra azione iniziale ha colpito in profondità la leadership nemica, danneggiato componenti del programma nucleare e distrutto circa la metà dei lanciatori missilistici, alcuni dei quali erano pronti al lancio - ha dichiarato il generale - Abbiamo aperto un corridoio aereo verso Teheran e ottenuto risultati straordinari, nonostante l’allerta iraniana".
Rivolgendosi ai cittadini israeliani, Zamir ha sottolineato che la difesa del fronte interno prosegue mentre si intensificano le operazioni offensive: "Il nemico, nella sua debolezza, colpisce deliberatamente i civili, ma non ha capito che il fronte interno è la fonte della nostra forza". Ha infine ribadito che "la campagna non è finita" e che saranno necessari unità e vigilanza per portare a termine una delle operazioni più complesse della storia militare israeliana.
Oggi Israele ha condotto anche "una serie di raid nel cuore di Teheran" hanno fatto sapere le Idf. I caccia hanno colpito un "centro di ricerca e di sviluppo di armi nucleari iraniane".
Sulla capitale è stato condotto anche un attacco con un drone, con l'obiettivo di colpire uno scienziato nucleare iraniano, hanno riferito fonti iraniane e la radio dell'esercito israeliano.
Cinque ospedali in Iran sono stati danneggiati a seguito degli attacchi israeliani, ha dichiarato il direttore della Mezzaluna Rossa iraniana, Pirhossein Kolivand, in un'intervista rilasciata all'Irna, ma senza indicare quali strutture siano state colpite e quando sono state attaccate. ''Le finestre di vetro sono andate in frantumi e i pazienti hanno avuto difficoltà respiratorie a causa del fumo delle esplosioni'' ha affermato Kolivand. Gli ospedali non sono stati presi di mira direttamente, ha precisato, ma la questione sarà sollevata dalla Mezzaluna Rossa presso i procuratori internazionali. "Abbiamo inviato alle istituzioni internazionali un documento sugli attacchi del regime israeliano, che sono contrari ai principi internazionali", ha dichiarato Kolivand all'Irna.
Cinque israeliani sono rimasti lievemente feriti nell'attacco che ha colpito la città di Beer Sheva, nel sud di Israele, colpita già ieri. Diversi condomini sono stati danneggiati dall'impatto.
''Il nemico sionista viene punito. Viene punito proprio in questo momento''. Lo ha scritto su 'X' la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, riferendosi ai nuovi attacchi iraniani lanciati verso Israele.
Teheran ha colpito ieri l'ospedale Soroka di Beer Sheva, distruggendo completamente - secondo direttore generale della struttura, Shlomi Kodesh - diversi reparti. "Ci sono danni ingenti in tutto l'ospedale, negli edifici, nelle strutture in tutto il centro sanitario", ha detto, ribadendo che i pazienti erano stati trasferiti nei giorni scorsi dal vecchio reparto di chirurgia e che l'edificio era "vuoto quando è stato colpito".
Germania, Francia e Gran Bretagna hanno esortato l'Iran a "proseguire le discussioni con gli Stati Uniti" sul suo programma nucleare, durante un incontro a Ginevra con il ministro degli Esteri di Teheran, Abbas Araghchi. "Riteniamo che non ci sia una soluzione militare definitiva alla questione nucleare iraniana", ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, mentre il suo omologo tedesco, Johann Wadephul, ha affermato che Teheran sembra "sostanzialmente pronta a proseguire le discussioni". "Crediamo che non esista una soluzione definitiva con mezzi militari alla questione del nucleare iraniano. La questione sarà risolta attraverso il negoziato" ha ribadito Barrot.
"I colloqui con l'Iran devono restare aperti", ha dichiarato l'Alto rappresentante per la Politica estera e di sicurezza dell'Unione europea, Kaja Kallas.
''L'Iran non è disponibile a tenere alcun negoziato mentre continuano gli attacchi israeliani'', ha dichiarato Araghchi, secondo quanto riporta Sky News Arabiya, allontanando la prospettiva di negoziati con gli Stati Uniti. Araghchi è atteso oggi a Ginevra per incontrare i suoi omologhi di Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre all'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea.
"Gli americani hanno ripetutamente inviato messaggi nei quali chiedevano in modo serio dei negoziati. Ma abbiamo chiarito loro che finché l'aggressione non cesserà, non ci sarà spazio per la diplomazia e il dialogo", ha affermato Araghchi, secondo quanto riporta la televisione di Stato iraniana.
Il ministro degli Esteri iraniano ha poi rivolto un appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che si riunisce oggi per discutere della guerra tra Israele e Iran. In particolare, Araghchi ha chiesto che venga applicata la ''Risoluzione 487, adottata all'unanimità in risposta all'attacco del regime israeliano del 1981 all'impianto nucleare iracheno''. Su 'X', Araghchi ha sottolineato che ''il testo di tale risoluzione è inequivocabile: qualsiasi attacco militare agli impianti nucleari costituisce un attacco all'intero regime di controlli di sicurezza dell'Aiea e, in ultima analisi, al Tnp'', il Trattato di non proliferazione nucleare. Una risoluzione che stabilisce ''un chiaro standard giuridico contro l'uso o la minaccia della forza contro impianti nucleari sottoposti a controlli di sicurezza''.
''Abbiamo sempre cercato pace e tranquillità, ma nelle circostanze attuali, l'unico modo per porre fine alla guerra imposta è 'fermare incondizionatamente' l'aggressione nemica e ottenere una garanzia definitiva che metta fine per sempre alle avventure dei terroristi sionisti. Altrimenti, le nostre risposte al nemico saranno più dure e deplorevoli''. Lo ha scritto su 'X' il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.
Intanto il Regno Unito sta preparando voli charter per evacuare i cittadini britannici attualmente presenti in Israele, operazione che sarà possibile quando verrà riaperto lo spazio aereo. Lo ha annunciato con un post su 'X' il ministro degli Esteri del Regno Unito David Lammy. I voli partiranno dall'aeroporto di Tel Aviv non appena lo scalo sarà riaperto.
Il ministro degli Esteri francese Jean Noel Barrot ha avuto un colloquio telefonico con il segretario di Stato americano Marco Rubio prima dell'incontro in programma a Ginevra. Una fonte diplomatica francese ha affermato che Rubio ha detto a Barrot che gli Stati Uniti sono "pronti a un contatto diretto con gli iraniani in qualsiasi momento".
Il presidente Usa Donald Trump ha 'congelato' momentaneamente la decisione di entrare nel conflitto, concedendo all'Iran due settimane di tempo per negoziare.
Un cambio di regime in Iran è ''inaccettabile ed inimmaginabile'' e ''scoperchierebbe il vaso di Pandora'', ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una intervista a Sky News, affermando che la Russia reagirebbe "in modo molto negativo" se la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, venisse ucciso. "La situazione è estremamente tesa e pericolosa non solo per la regione, ma a livello globale", ha affermato Peskov sottolineando che ''ampliare il numero dei partecipanti al conflitto è potenzialmente ancora più pericoloso. Ciò porterà solo a un altro ciclo di scontro e a un'escalation della tensione nella regione''.