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"Gli sviluppi in corso sul terreno in Ucraina saranno di gran lunga più decisivi di qualsiasi cosa possano concordare Vladimir Putin e Donald Trump" ad Anchorage venerdì, prevede l'analista russa Tatiana Stanovaya, in un lungo post su X, sottolineando, mentre il fronte ucraino si sta sbrindellando intorno alla località strategica di Pokrovsk, nel Donetsk, anche che qualsiasi risultato del summit in Alaska, per la cui organizzazione non sono in corso sforzi intensi, sarà "fragile".
In Alaska non sarà raggiunto "un accordo" per la fine della guerra. Il Presidente russo "può al più realisticamente sperare" nel sostegno della sua controparte per una proposta quadro che "sarà tuttavia messa in discussione dagli europei e dall'opposizione ucraina".
"Sono in pochissimi" a Mosca a conoscere tutti i dettagli del piano di pace che ha in mente Putin, le cui fondamenta, si sa però, non sono cambiate nel tempo. Il Presidente russo, contrariamente alla sua controparte, ha le idee chiare, sottolinea l'analista, che ha fondato R.Politik ed è politologa a Carnegie Russia and Eurasia Center: continua a volere garanzie di sicurezza, "vala a dire la neutralizzazione geopolitica" dell'Ucraina (non espansione della Nato, de militarizzazione e de nazificazione dell'Ucraina) a cui sia sia Kiev che, gli europei, si oppongono.
Quanto allo 'scambio' di territori proposto da Steve Witkoff, Stanovaya anticipa che per Putin sarebbe quello delle zone occupate nelle regioni diKharkiv, Dnipro e Sumy contro il ritiro delle forze di Kiev dall'intero Donetsk e Luhansk, e il congelamento della linea del fronte a Zaporizhzhia e Kherson che tuttavia "non sono le sue preoccupazioni principali".
Putin cercherà di convincere Trump che ambisce "genuinamente" alla fine della guerra. Ma che la leadership ucraina e gli europei sono un ostacolo su questo percorso. Una cessazione delle ostilità sarebbe possibile solo con la garanzia che Kiev non la usi per riarmarsi. "Putin promuoverà con decisione l'idea che Stati Uniti e Russia sono due grandi Paesi che devono mantenere buoni rapporti indipendentemente da conflitti locali", anticipa inoltre Stanovaya, parlando della possibilità di una ripetizione del vertice di Helsinki del 2018 che era stato allora considerato come un grande successo del Presidente russo.