
Il vice presidente dell'Herzl Institute afferma che ''il crimine dei due diplomatici uccisi a Washington era quello di essere israeliani, uno di loro era cristiano'' e sottolinea che i ''leader in Europa demonizzano Israele'' mettendo in guardia: ''Odio genera odio'
''L'odio cieco contro gli ebrei si è trasformato nell'odio cieco contro gli israeliani'', tutti identificati in una ''realtà criminale''. Un odio che è stato ''legittimato dai commenti irresponsabili che si sono accentuati nelle ultime settimane'' da parte di ''leader europei, in particolare di Francia e Germania''. Un ''linguaggio di odio che alimenta odio e lo legittima'', perché Israele viene ''disumanizzato, è un demone da uccidere''. In questo contesto, ''l'ottica antisraeliana abbraccia il sentimento antisemita'' e Sarah Milgrim e Yaron Lischinsky, i due giovani diplomatici assassinati a Washington, sono stati ''uccisi in quanto israeliani. Questo era il loro unico crimine''. Lo dichiara all'Adnkronos Ofir Haivry, vice presidente dell'Herzl Institute di Gerusalemme e cofondatore della Fondazione Edmund Burke di Washington.
Gli israeliani vengono descritti come ''parte di una entità criminale'', prosegue l'analista israeliano, che rispetto al duplice omicidio davanti al Museo ebraico afferma che in questo caso ''in un certo senso si è andati oltre l'antisemitismo''. Perché uno dei due diplomatici, il 28enne Lischinsky, ''era cristiano. Era nato in Germania, era israeliano, ma non era ebreo''. Quindi, ''dall'odio contro gli ebrei si è passati all'odio contro gli israeliani'' e non si tiene conto della ''varietà della società israeliana, che non è uniforme, per oltre il 20% non è composta da ebrei, ma da cristiani, musulmani e altre religioni, tutti si sentono sotto attacco. E' un odio cieco''.
Su questo odio ''i leader dei Paesi europei hanno gettato benzina sul fuoco. Ma non l'Italia, che per fortuna non si annovera tra coloro che alimentano un clima di accuse senza fondamento'', afferma Haivry. Accuse infondante, dichiara l'analista, sono quelle di ''genocidio, crimini contro l'umanità, i 14mila bambini palestinesi che moriranno di fame nelle prossime 48 ore, come ha detto le Nazioni Unite''. Accuse che ''se vengono urlate nelle piazze o in gruppi estremisti hanno un peso, se vengono dichiarate da politici di alto rango e da moderati equivalgono a un 'premio al terrore''', prosegue Haivry.
''Israele diventa quindi una realtà criminale, una forza che deve essere punita e c'è chi si sente legittimato a farlo. A compiere il passo successivo, passando dalla condanna all'esecuzione'', analizza lo storico. Nel mirino, alla fine, ''non finisce qualcuno che ha responsabilità politiche o militari'', ma, come è successo a Washington, ''due giovani diplomatici, neanche di alto rango''. Per evitare una ulteriore escalation ''bisogna essere molto attenti a usare una certa terminologia, evitare parole di odio e accuse che non corrispondono alla realtà. Non mi aspetto niente da gruppi estremisti, rivoluzionari o pro Hamas, ma mi aspetto molto più di qualcosa dai grandi politici e dai governi'', ha concluso.