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Italia-Iran: Monti (Ice), a Teheran c’è la fila ma noi abbiamo un vantaggio

(Afp)
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26 gennaio 2016 | 16.38
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Italiani benvenuti a Teheran, ma fate presto. E' il senso degli interventi chiave del Business Forum Italia-Iran che si è svolto in un hotel di Roma e che ha visto la partecipazione, oltre che del presidente iraniano Hassan Rohani e del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, di centinaia di esponenti istituzionali e imprenditoriali dei due paesi, a testimonianza dell'attenzione con cui nei due paesi si guarda agli spazi di collaborazione aperti nella nuova stagione di Teheran.

Le sanzioni sono alle spalle ma proprio per questo l'Iran ha 'fame' di recuperare il tempo perduto. “Da qui a un anno – ha ammonito lo stesso Rohani - la situazione cambierà, ci sono spazi vuoti da riempire” nell’economia della Repubblica Islamica che però ” con l’Italia ha una buona storia di collaborazione. Gli iraniani conoscono i vostri servizi e si fidano dell’Italia”.

Che la situazione economico-finanziaria di Teheran fosse quasi fuori controllo lo ha ammesso lo stesso Rohani. "Quando il mio governo è arrivato al potere, eravamo in una situazione di recessione e inflazione senza precedenti: l'inflazione era al 45% e l'economia aveva messo a segno un -6,8%. Eravamo in sofferenza, il mercato era instabile, i prezzi dei beni cambiavano ogni giorno, mancava la trasparenza finanziaria e le condizioni del business non erano delle migliori".

Oggi lo scenario è molto diverso (dopo otto anni di recessione nell'anno 2014-2015 il Pil di Teheran è tornato a crescere) anche perché - ha spiegato il presidente iraniano - "le sanzioni non portano a niente". “Ma, come è successo nei negoziati - è stato l'invito di Rohani - anche nell’economia dobbiamo intraprendere una strada win-win, in cui tutti hanno vantaggi. Gli investimenti devono dare profitto a tutti”.

Rohani ha anche voluto tracciare un chiaro collegamento fra sviluppo e sicurezza globale: "La disoccupazione crea le truppe per i terroristi: se vogliamo mondo privo di violenza una delle strade da percorrere è lo sviluppo economico e culturale".

L'invito ad accelerare i tempi è stato rilanciato da Farhad Sharif, vicepresidente per gli affari internazionali della Camera di commercio iraniana, che ha ricordato come "il costo del lavoro e quello dell'energia sono bassi ma potrebbero aumentare: per questo prima si avvia un business in Iran e meglio è".

Ma - a giudicare da quanto visto a Roma - le imprese italiane sono più che pronte a balzare sul treno delle opportunità offerte da Teheran. "Questo - ha spiegato Riccardo Monti, presidente dell'Istituto per il Commercio Estero - è un momento che abbiamo preparato per due anni, potenziando la nostra presenza e moltiplicando il nostro investimento. Oggi la presenza degli imprenditori italiani è limitata ma non sarebbe strano decuplicarla, arivando a 4-500 aziende". Fra i canali di sviluppo della presenza italiana in una prima fase Monti vede "infrastrutture e meccanica, seguiti da agroalimentare e beni di consumo, ma a medio termine non escludo una presenza anche nei campi dell'aeronautica e della farmaceutica".

Nella due giorni di visita di Rohani, l'Italia ha portato a casa accordi commerciali e di cooperazione bilaterali per circa 17 miliardi di euro, a partire dall'intesa da 5,7 miliardi (fra contratti e joint venture) raggiunta dal colosso dell'acciaio Danieli. Dal canto suo Condotte d'Acqua ha siglato contratti per 4 miliardi di euro per "progetti infrastrutturali, ferroviari e autostradali". Ma l'elenco delle società che hanno firmato commesse è lungo e include nomi importanti come Saipem, Ansaldo Energia e Sace.

Sono, in parte, i frutti delle missioni avviate dal nostro sistema confindustriale ancora prima della fine delle sanzioni. E proprio il numero uno di Confindustria Giorgio Squinzi ha annunciato che avrà luogo dall’8 al 10 febbraio una nuova missione di imprenditori italiani in Iran, guidata dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e da quello delle Risorse Agricole Martina. Squinzi, ribadendo come "l’Italia ha l’obiettivo di tornare in posizione di leader" fra i partner della Repubblica Islamica, ha confermato come l'Iran resta per Confindustria "un paese prioritario in cui nei prossimi anni si muoverà con missioni sempre più mirate”.

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