Il designer belga, oggi alla guida di Diesel e Maison Margiela, racconta la capsule realizzata con il colosso svedese tra texture scultoree, denim e trompe l'oeil. "La moda deve rendere felici le persone"
H&M Glenn Martens è una capsule collection che porta la firma inconfondibile del designer belga oggi alla guida creativa di Diesel e Maison Margiela. Considerato uno dei nomi più innovativi della scena contemporanea, per 12 anni al timone di Y/Project, Martens continua a riscrivere i codici del fashion system, e con questa collaborazione con il colosso svedese, in vendita da oggi in selezionati store e online - e già praticamente sold out - porta la sua visione a un pubblico più ampio. L'obiettivo: rendere accessibile una moda di ricerca, senza rinunciare al concetto di esclusività.
"La collezione è una celebrazione di Y/Project - racconta Martens all’AdnKronos - un marchio che ho guidato per 12 anni. Quando è stato chiuso, ho pensato che invece di far sì che nessuno ne parlasse più, sarebbe stato bello portare questi 12 anni di svolte e di design a un pubblico più ampio. Il lusso è sempre stato qualcosa di molto esclusivo, e ho pensato che con H&M la moda più sperimentale ed esclusiva potesse arrivare anche a persone che normalmente non possono permettersela. Questo è l'aspetto migliore”.
La capsule comprende una proposta di abbigliamento femminile, maschile, unisex e accessori. Il designer ha reinterpretato alcuni dei capi più iconici di H&M - dalle t-shirt alle camicie a quadri, dai bomber ai denim - attraverso un linguaggio che fonde tecnica e creatività. Il denim, tra i materiali feticcio dello stilista, è rivisitato, i maglioni oversize si fanno intrecciati e destrutturati, fili metallici permettono di modificare a piacimento la silhouette, come il collo della camicia che si può allacciare in tanti modi diversi. E ancora, il trench assume una forma teatrale, gli stivali sfiorano l’anca e le borsette cambiano forma. Il tutto con effetti trompe-l’œil e texture scultoree. Una collezione tramite la quale Martens porta l’eredità di Y/Project in un contesto più popolare, offrendo al pubblico una rilettura dei suoi codici stilistici.
“Per me non aveva senso proporre solo una t-shirt o pezzi del genere - spiega -. Volevo davvero spingere di più sull’acceleratore, così che le persone che non possono permettersi capi di lusso possano comunque acquistarli. E’ un approccio democratico alla moda”. Un concetto, quello della 'democratizzazione della moda', che trova nella partnership con H&M la sua realizzazione più concreta. “Solo con H&M puoi fare questo - sottolinea Martens -. Ed è l’unico motivo per cui ho accettato di farlo. Per me la moda deve rendere felici le persone. Certo, può farlo in molti modi diversi. La gente può guardare il mio show couture di Maison Margiela. Magari non potranno mai comprare i capi, ma possono guardarli. È come con un film della Disney, puoi sognare a occhi aperti. Ma spesso, i design davvero elaborati non sono mai davvero raggiungibili. Solo con H&M puoi renderli fisicamente accessibili a molte persone. E ho pensato che fosse una cosa bella da fare”.
L’umorismo e la sperimentazione visiva, tratti distintivi del suo lavoro, si riflettono anche nella campagna della collezione. Martens reinterpreta il classico ritratto di famiglia con un cast intergenerazionale che unisce icone del cinema come Joanna Lumley e Richard E. Grant a nuovi volti emergenti, in un omaggio all’ironia britannica. La presentazione ufficiale è avvenuta a Londra, seguita da un evento esclusivo al Bar Nico di Milano, dove H&M ha celebrato il lancio con una serata eclettica.
Alla domanda su quale messaggio voglia trasmettere con questa capsule, Martens non ha dubbi: “Penso che si tratti davvero di auto-espressione - ammette -. È un invito a celebrare la versione più stravagante di sé stessi. Cercare di fare proprio quel capo e diventare la persona più sperimentale, felice, esplosiva e colorata possibile. La maggior parte dei capi va in quella direzione. Ma poi ci sono anche vestiti un po’ più sobri. Tuttavia, penso che inviti davvero le persone a sperimentare e a tirare fuori la propria individualità”. (di Federica Mochi)