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Mose non attivo, acqua alta invade Venezia

Afp
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08 dicembre 2020 | 16.36
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Mose non attivo e a Venezia torna l'acqua alta che ha invaso il centro storico della città dato che non era previsto l’innalzamento delle barriere mobili alle tre bocche di porto della laguna. L'acqua alta oggi pomeriggio si è fermata intanto a 138 cm, ma sta scendendo molto lentamente. Alle 17.40 era ancora a 131 cm, un calo di marea molto lento a causa dei venti di scirocco, che hanno rinforzato nel corso della giornata, e così buona parte del centro storico di Venezia è finito sott’acqua senza l'intervento del Mose: le previsioni del Centro Maree del Comune per oggi pomeriggio davano infatti un picco massimo di 120 cm e a questa quota le 78 paratoie mobili non vengono alzate in questa fase ancora di sperimentazione del Mose. Il completamento e la consegna definitiva dell’opera sono previste per il 31 dicembre del 2021.

"MOSE IN PREALLARME" - "Il Mose è in preallarme. Speriamo di farlo alzare entro la mezzanotte, in vista del picco previsto per domani mattina a 1,20 cm di punta massima di alta marea", aveva spiegato il sindaco Luigi Brugnaro dalla sala operativa del Centro Maree. "Purtroppo , le previsioni erano di 1,20 cm ed invece il vento di scirocco si è rinforzato in mare proveniente dalla Croazia - spiega - e il picco si è alzato anche a causa dell’apporto dei fiumi Piave e Tagliamento, ma per alzare il Mose ci vuole tempo". Il primo cittadino di Venezia aggiunge: "dobbiamo essere po’ reattivi rispetto alle variazioni del tempo, bisogna registrare alcuni meccanismi, ma bisogna anche considerare che il Mose è ancora in una fase di prova e non è attivo al cento per cento- spiega- certo è che ancora una volta si dimostra che Venezia è il luogo più delicato del Veneto ed è per questo che da tempo chiedo poteri speciali per questa città ", conclude.

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MOSE, POLEMICHE SUI CRITERI DI ATTIVAZIONE - Scoppia intanto la polemica sui criteri di attivazione del Mose. "Si può ragionare a lungo sul perché le paratoie del Mose non sono state sollevate, ma, qualunque sia il motivo, dopo averne cantato il magico funzionamento, quella di oggi è una brutta presa in giro per tutta la Città. Si è deciso di far "andar sotto" la Città, i negozi, le attività, i piani terra". Così il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini della lista civica 'Tutta la città insieme' commenta la decisione di non far alzare il Mose oggi. "Troppo alti i costi per l’attivazione del Mose? Troppo forti le pressioni del Porto per un ulteriore stop delle navi? Una lettura troppo superficiale delle condizioni meteorologiche? - si chiede Martini -. Qualsiasi sia la ragione alla base della scelta, oggi si è deciso che a pagare fossero i Veneziani. E questo non è tollerabile.", conclude.

"Quanto sta succedendo oggi con l’acqua alta oltre le previsioni e il conseguente, mancato utilizzo del Mose, dimostra tre cose. C’è stato un errore di previsione, come può accadere nelle giornate in cui il vento spinge il mare verso la laguna. Le previsioni di marea sono ovviamente soggette a margini di errore, derivati dal mutamento delle condizioni atmosferiche, come è successo oggi. Per questo, è necessario che l’utilizzo del Mose sia allertato tenendo maggiormente conto dei margini d’errore". Questo il commento del sottosegretario all'Economia e consigliere comunale di Venezia, Pier Paolo Baretta.

"Dopo un fine settimana del genere, con le previsioni meteo che abbiamo visto tutti, con l'alta marea, la bassa pressione e il vento di scirocco, davvero non si poteva alzare il Mose ed evitare di umiliare ancora una volta la più bella città del mondo? Basta centralismo arrogante e prepotente, la gestione del Mose passi subito a Venezia". Così il senatore e coordinatore veneto di Fratelli d'Italia, Luca De Carlo, si scaglia contro "la gestione romana del Mose che oggi, non attivando il sistema, ha portato Venezia a finire ancora una volta sott'acqua." "Bastava guardare la situazione dei venti e delle maree per capire che sarebbe finita così: un veneziano medio si sarebbe preparato e avrebbe agito subito", sottolinea De Carlo.

"Proprio questo è il tema: chi gestisce il Mose lo fa lontano da un territorio che nemmeno conosce e così espone la città di Venezia a continui pericoli e i suoi commercianti a nuovi e pesanti danni". In questo periodo, il sistema di paratoie mobili è ancora in fase di collaudo e la quota minima per la sua attivazione è 130 cm; le previsioni per questa mattina parlavano di una quota inferiore, e per questo le dighe non sono state alzate, nonostante non fossero in programma miglioramenti nel corso della giornata.

"Innanzitutto, va abbassata la quota minima di attivazione ad almeno 110 cm anche in questa fase di sperimentazione", spiega De Carlo "e poi va applicato il principio di sussidiarietà, dando a Venezia la competenza di attivare il Mose e, quindi, di difendersi dall'invasione dell'acqua". "Una richiesta, questa, forte e chiara che faccio al Governo;" conclude il senatore "a un Governo che però abbiamo già visto agire con prepotenza e arroganza nei confronti delle comunità locali, spogliandole delle competenze. Qui però non si tratta di scontro politico: dobbiamo semplicemente tutelare con le armi che già abbiamo, ma mettendole nelle mani giuste, un tesoro storico, artistico, economico, culturale e turistico come la città di Venezia".

“Se la gestione è a Roma, è abbastanza inevitabile che il disastro accada: oggi a Venezia non hanno alzato il Mose nonostante i 145 cm di alta marea. Motivazione: nessun ok da Roma tramite la nuova Autorità per la Laguna creata ad agosto e che nessuno di noi voleva. Il nostro diniego non mai stato è un semplice capriccio ma una previsione, io stesso da parlamentare ho proposto emendamenti e odg soppressivi nel Dl agosto ma senza successo. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti e Venezia, nonostante un’opera funzionante seppur ancora in prova, è allagata semplicemente perché le paratoie non sono state messe in funzione. Attendo ulteriori chiarimenti dalla nuova Autorità per la Laguna fortemente voluta dal governo centrale”. Così il deputato veneziano della Lega Alex Bazzaro, consigliere comunale a Venezia sul mancato funzionamento del Mose oggi.

Quella del Mose "è una partita distante dalla Regione, bisogna riportare queste competenze in capo a sindaco di Venezia", Luigi Brugnaro. Lo dice il governatore del Veneto, Luca Zaia, durante 'Cartabianca', a proposito del mancato innalzamento delle dighe. "E' l'autorità che vede la Laguna, la conosce", aggiunge. Tutto il Veneto in questi giorni è stato colpito dal maltempo: "Abbiamo avuto centinaia di frane, calcoliamo almeno mezzo miliardo di euro di danni".

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