Ricerca, Senni (UniMiB): "In cardiologia è fondamentale, malattie cuore impattanti"

"Inoltre è un potente motore di avanzamento delle strutture sanitarie perché migliora qualità cure"

Michele Senni, direttore di Cardiologia 1 e Dipartimento Cardiovascolare dell'ospedale Papa XXIII di Bergamo e professore di Cardiologia all'università Bicocca di Milano
Michele Senni, direttore di Cardiologia 1 e Dipartimento Cardiovascolare dell'ospedale Papa XXIII di Bergamo e professore di Cardiologia all'università Bicocca di Milano
10 ottobre 2025 | 16.56
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"La cardiologia è stata una punta di diamante per decenni, ma è stata superata da altre branche della medicina, quali l'ematologia, l'oncologia, la reumatologia, che hanno compiuto un grande passo in avanti nella personalizzazione della ricerca e della terapia sul singolo paziente". Lo ha detto Michele Senni, direttore di Cardiologia 1 e Dipartimento Cardiovascolare dell'ospedale Papa XXIII di Bergamo e professore di Cardiologia all'università Bicocca di Milano, nel suo intervento ieri a Roma all'evento Investigator's Meeting, su varie aree della ricerca clinica che AstraZeneca conduce in Italia, che ha visto il coinvolgimento di oltre 160 clinici.

"Le malattie cardiovascolari sono fortemente impattanti sulla vita del paziente - ha evidenziato Senni - La ricerca clinica permette di allungare la vita dei pazienti e di migliorarla, costituisce inoltre un potente motore di avanzamento delle strutture sanitarie, perché migliora la qualità delle cure. E' uno stimolo importante per i professionisti che lavorano in queste strutture". Per Senni la ricerca necessita però di una sinergia tra pubblico, privato e aziende farmaceutiche: "Credo che la collaborazione tra sanitari e aziende farmaceutiche sia fondamentale. Le farmaceutiche - ha spiegato - permettono di portare avanti delle ricerche difficilmente sostenibili dalle singole strutture, anche quelle di ricerca pubblica. Dall'altra parte il sistema sanitario può garantire quella rete di ospedali e ambulatori che forniscono la disponibilità di pazienti su cui vengono testati i nuovi farmaci".

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