Nel testo, firmatp dal vescovo Aprem Athniel, la chiesa si dice estranea ai gruppi armati locali
La Chiesa assira cristiana nel nordest della Siria ha inviato una lettera all'organizzazione dello Stato islamico (Is) per chiedere la liberazione di circa 200 ostaggi assiri rapiti durante l'assalto dei miliziani estremisti ad alcuni villaggi lungo le rive del fiume Khabur.
La lettera, che reca la firma del vescovo Aprem Athniel, afferma che la chiesa assira non ha una sua fazione armata e che nessun gruppo armato può affermare di rappresentare la comunità cristiana assira in Siria. La chiesa assira rappresenta solo se stessa e i suoi fedeli, è indipendente e non ha alcun potere sulle altre chiese presenti nella regione, si legge ancora nella lettera, che sottolinea inoltre la sua estraneità con le fazioni curde armate.
"Non è mai stato concluso un accordo o un'alleanza militare, né mai lo sarà, con il partito dell'Unione democratica curda, o con una qualunque fazione curda o araba o con qualunque altra fazione straniera o occidentale", afferma la lettera.
Un appello è lanciato all'Is a liberare gli ostaggi assiri ancora nelle sue mani e ad accettare che gli assiri restino neutrali rispetto al conflitto in corso. Gli assiri si sono sempre mantenuti distanti dalla crisi, non perché essa non li riguardi, ma perché si sentono totalmente distanti dall'idea di armarsi, sottolinea la lettera.
Questa iniziativa sembra avvalorare la tesi di chi ritiene sia in corso un conflitto interno alla chiesa assira, in particolare tra quella della diaspora e quella locale, laddove il vescovo dell'eparchia siro-ortodossa a Stoccolma aveva fatto appello ai giovani assiri e caldei in Svezia e nei Paesi della diaspora di andare a combattere in Siria contro l'Is.
Appello che contrasta totalmente con la lettera della chiesa assira locale all'Is.
