Camilla Luddington di Grey's Anatomy rivela: "Ho una malattia autoimmune"

L'attrice ha 41 anni e nella serie interpreta Jo Wilson. Della diagnosi ha parlato nel suo podcast 'Call It What It Is'

Camilla Luddington - Ipa
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09 agosto 2025 | 13.57
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Camilla Luddington, attrice amata dai fan di 'Grey's Anatomy', ha rivelato di avere un problema di salute: sta imparando a convivere con la diagnosi di tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune che causa, tra le altre cose, stanchezza, intolleranza al freddo, aumento di peso e difficoltà nella concentrazione.

Nella puntata di mercoledì 6 agosto del podcast 'Call It What It Is', che l'attrice 41enne conduce insieme alla co-star di 'Grey's Anatomy' Jessica Capshaw, Luddington ha rivelato di aver ricevuto la diagnosi. "Da quando ci ascoltate, sapete che scherzo sul fatto di essere pigra. Sono un po' più lenta. Più lenta, stanca, voglio stare a letto, adoro fare un pisolino. Non mi è mai venuto in mente che potesse esserci una ragione medica per questo", ha detto Luddington. Capshaw, 48 anni, ricorda di aver pensato "che fosse una questione di temperamento".

Luddington ha detto che le analisi del sangue di routine che aveva rimandato troppo a lungo l'hanno aiutata ad avere la diagnosi. Sentire la notizia dal suo medico, ha spiegato, è stato uno shock ma quando il dottore le ha spiegato che la tiroidite di Hashimoto era "molto comune" è stato più facile per Luddington accettare la notizia. L'attrice, che nella nota serie tv interpreta Jo Wilson, ha ammesso di aver sempre avuto la sensazione che ci fosse qualcosa che non andasse nella sua salute e di essersi sentita in parte sollevata dal poter dare un nome a ciò che provava.

Cos'è la tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune della tiroide che induce l’organismo a produrre anticorpi che la attaccano. Alla base c'è una predisposizione genetica alla patologia, che interessa maggiormente il sesso femminile, ma anche i pazienti con altre patologie su base autoimmune come il diabete, la celiachia e la vitiligine sono maggiormente predisposti a sviluppare la tiroide di Hashimoto. Così come lo sono i soggetti con malattie genetiche quali la sindrome di Down, la sindrome di Turner e la sindrome di Klinefelter.

Nella tiroidite autoimmune, spesso, la funzione tiroidea può risultare normale, soprattutto nelle fasi iniziali e il soggetto non presenta sintomi. In seguito può manifestarsi ipotiroidismo primario. Raramente è possibile osservare casi di ipertiroidismo transitorio, l'hashitossicosi, che solitamente si autorisolve nell’arco di qualche settimana, ma l’evoluzione naturale della patologia porta ad ipotiroidismo.

La tiroide autoimmune di per sé non causa alcun sintomo, ma se instaura ipotirodismo, "la sintomatologia solitamente, è a lenta progressione, manifestandosi con stanchezza; intolleranza al freddo; aumento di peso; difficoltà nella concentrazione; stitichezza; depressione; perdita della mimica facciale; diminuzione dell’appetito e demenza".

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