L’ideatrice del progetto, Barbara Marsala, all'Adnkronos: “Ogni sipario che si alza dovrebbe alzarsi per tutti”. E lancia un appello a Maria De Filippi: “Apra la platea di ‘Amici’ anche a chi non vede”
“Rendiamo il teatro visibile a chi non ci vede. Immaginate una persona non vedente o ipovedente assistere ad uno spettacolo teatrale e ridere, emozionarsi o commuoversi esattamente come il resto della platea”. Quello che un tempo sembrava irrealizzabile ora è una realtà, grazie al progetto Teatri Possibili di Barbara Marsala, professionista nota da tempo a chi si occupa di accessibilità, perché, oltre ad essersi occupata di questo tema per Poste Italiane, per cui lavora, ha dedicato la maggior parte del suo tempo libero negli ultimi venti anni a progetti legati all’audiodescrizione di film, fiction e grandi show (dal Festival di Sanremo alla prima della Scala) per Rai Pubblica Utilità e per altre realtà. “Siamo partiti da progetti sperimentali e pionieristici dal Teatro Vittorio Emanuele di Messina e dal Teatro Ghione di Roma. Ma quest’anno nella capitale altri quattro teatri e altrettante compagnie hanno aderito ai Teatri Possibili: oltre al Ghione, il Quirino, Il Teatro Vittoria, il Teatro Vascello e il Teatro Parioli Costanzo”, spiega all’Adnkronos Barbara Marsala, che cura anche in prima persona il servizio.
Così il cartellone romano accessibile a non vedenti e ipovedenti – quasi tutto giocato sulle repliche pomeridiane domenicali, così da facilitare anche gli accompagnatori - quest’anno ha già potuto contare su tre spettacoli: domenica 26 ottobre al Teatro Quirino ‘Indovina chi viene a cena’ con Cesare Bocci e Vittoria Belvedere; domenica 16 novembre al Teatro Vittoria ‘Il turno di notte’, scritto e diretto da Gianpiero Francese: domenica 23 novembre al Teatro Vittoria ‘Uscirò dalla tua vita in taxi’ con Marco Cavallaro. Ma nelle prossime settimane l’offerta sarà ancora più ricca con appuntamenti fino a fine maggio: il 21 dicembre alle 17 al Teatro Quirino ‘La vita davanti a sé’ con Silvio Orlando; l’11 gennaio 2026 alle 17.30 al Teatro Vittoria ‘La Tigre’ con Alessandro Benvenuti e Marina Massironi; il 25 gennaio alle 17 al Teatro Ghione ‘La vedova allegra’ per la regia di Flavio Trevisan; il primo febbraio alle 17 al Teatro Vascello ‘Misurare il salto delle rane’ di Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti ; il 14 febbraio alle 19 al Teatro Parioli ‘Il calamaro gigante’ con Angela Finocchiaro; il primo marzo alle 17 al Teatro Vascello '4, 5, 6' scritto dal compianto Mattia Torre e interpretato da Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino, con Giordano Agrusta; il 12 aprile alle 17 al Teatro Ghione ‘Indovina chi sviene a cena’ con Marco Zadra; il 26 aprile alle 17 al Teatro Quirino ‘Pignasecca e Pignaverde’ con Tullio Solenghi; il 3 maggio alle 17.30 al Teatro Vittoria ‘Volpone’ con Edoardo Siravo; il 30 maggio alle 21 al Teatro Vittoria ‘Ago capitano silenzioso’ con Ariele Vincenti.
Per ognuno di questi spettacoli, il lavoro della Marsala è certosino: “Con il consenso della compagnia e del teatro, io faccio una videoregistrazione dello spettacolo in una prova o in una delle prime repliche. Questo mi permette di creare un copione e di capire dove inserire le audiodescrizioni, possibilmente nelle pause dei dialoghi”. Quindi, prosegue, “troviamo all'interno del teatro, uno spazio adatto da cui fare l'audiodescrizione in diretta. Perché l’audiodescrizione è un racconto di ciò che accade sul palco: sussurrando, si traduce il silenzio di uno sguardo, il gesto di una mano, il cambiamento di una luce, per chi non può vedere, ma può sentire, immaginare, vivere. Ogni spettatore con disabilità visiva viene fornito di un trasmettitore e un auricolare, così che con un orecchio possano sentire l’audiodescrizione e con l’altro orecchio gli arrivi la recitazione degli attori. Poi il giorno dello spettacolo, poco prima dell’inizio facciamo anche una visita tattile del palcoscenico con i partecipanti, così che si facciano un’idea degli spazi e degli arredi di scena. Spesso ci raggiungono gli attori della compagnia che ci raccontano un po’ i personaggi e, a volte, si fanno anche toccare il volto, per aiutarci a immaginarli. E’ un’esperienza immersiva importante ed emozionante”, spiega Marsala, che ci tiene a sottolineare un altro particolare: “Ognuno degli spettatori non vedenti o ipovedenti paga un biglietto, con una piccola riduzione per sé e una riduzione più consistente per l’accompagnatore”. Chi sostiene i costi del servizio? “I costi del servizio, sebbene molto ridotti, sono sostenuti per metà dal teatro e per l’altra metà dalla compagnia. Finora non abbiamo mai usufruito di finanziamenti pubblici diretti. Il progetto ha anche il patrocinio, ma gratuito, dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dell’Associazione Disabili Visivi”, evidenzia Marsala, che spera in futuro “in un’adesione ancora più numerosa dei teatri romani e non solo: l’obiettivo è far sì che anche gli spettatori con disabilità visiva possano avere una scelta come gli altri”, rimarca. "Ai teatri che ancora non hanno aderito dico: l’accessibilità non è un dettaglio, è un diritto. Senza di essa, lo spettacolo resta incompleto. Con l’accessibilità, invece, il teatro diventa davvero ciò che promette: un luogo dove ogni spettatore può riconoscersi ed emozionarsi", sottolinea Marsala.
Prima di confessare un altro sogno nel cassetto: “Quest’anno quando Teatri Possibili ha varcato la soglia del Teatro Parioli Costanzo ho pensato che mi piacerebbe molto che la notizia dell’esistenza di questo progetto arrivasse anche a Maria De Filippi, che stimo moltissimo, da diversi punti di vista. Mi piacerebbe parlarle anche della possibilità di aprire i suoi show, in particolare ‘Amici’, anche al nostro variegato pubblico con l’audiodescrizione”, confessa. “Ogni sipario che si alza dovrebbe alzarsi per tutti”, conclude. (di Antonella Nesi)