
"In 'Io sono Rosa Ricci' il pubblico vedrà una Rosa più umana. La definirei una bambina che è stata costretta a crescere come me. Nel mio caso, per via del successo. Questo mi dispiace un po' perché sento di aver bruciato le tappe. Però sono felicissima e riconoscente per quello che mi sta capitando". A parlare all'Adnkronos è Maria Esposito, che torna nei panni di Rosa Ricci nel film 'Io sono Rosa Ricci, l’origin story/spin-off dell’universo della serie Rai 'Mare Fuori'. Dal 30 ottobre nelle sale con 01 Distribution, la pellicola - scritta da Maurizio Careddu, già co-autore della serie insieme all’ideatrice Cristiana Farina, e Luca Infascelli - racconta il personaggio cinque anni prima rispetto ad oggi: Rosa Ricci ha quindici anni e un’eredità ingombrante, è figlia di uno dei boss più temuti della città, Don Salvatore (Raiz). Quando viene rapita da un narcotrafficante intenzionato a colpire suo padre, Rosa si ritrova prigioniera su un’isola remota. Minacciata e costantemente in pericolo, durante la sua prigionia, intraprende però un percorso di crescita e stringe un legame profondo con Victor (Andrea Arcangeli) che le dà forza e una nuova consapevolezza.
"Rosa e Victor sono una sorta di Giulietta e Romeo perché sono simili e non solo vivono in circostanze avverse intorno a loro, ma vengono da due mondi completamente diversi. E, probabilmente, come il padre di Giulietta, Don Salvatore non sposerebbe mai l'idea di un fidanzamento tra Rosa e Victor", dice Arcangeli all'Adnkronos, "ma forse, non mirano neanche a quello. Tra di loro è un amore platonico: si aggrappano l'un l'altra per emergere". Alle nuove generazioni "diciamo che non tutto è perduto, anche quando ci sembra di vivere nell'oscurità. Forse la chiave è aspettare il momento in cui aggrapparsi a quella mano e saperla riconoscere quando arriva", riflette Arcangeli. Gli fa eco la collega Maria Esposito: "Prima dei provini di 'Mare Fuori', mi ero detta 'non posso fare l'attrice, non è per me'. E poi è arrivata la mano della mia manager, che mi ha totalmente cambiato visione. E lì ho capito che non bisogna abbattersi".
Prodotto da Picomedia con Rai Cinema in collaborazione con Netflix, il film vede alla regia Lyda Patitucci, che torna dietro la macchina da presa dopo il suo primo film 'Come pecore in mezzo ai lupi': "Raiz e Maria (che riprendono i panni dei loro personaggi già interpretati in 'Mare Fuori', ndr) hanno fatto un lavoro di decostruzione nel film, in cui raccontiamo il percorso di formazione di Rosa Ricci, che da bambina protetta dal padre - che non vuole per lei quel destino, ma quel destino le tocca proprio come in una tragedia greca - diventa la piccola criminale, ma anche la donna forte che noi conosciamo nella serie", osserva la regista, che fin da subito di è posta l'obiettivo di "dover dare qualcosa in più al pubblico che ama la serie, non potevamo tradirlo. Ci siamo chiesti 'cosa non hanno mai visto di Don Salvatore?' Forse le sue fragilità". È un personaggio "granitico, lo vediamo sempre con una maschera. Qui, in quello che definirei 'Mare fuori in versione hardcore' perché tutto è portato all'estremo, lo vediamo ai massimi livelli della sua cattiveria ma anche quelli della sua debolezza", racconta Raiz. Nell'intervista, Maria Esposito racconta di essere pronta a lasciare Rosa Ricci: "La paura di essere solo Rosa ce l'ho avuto fino a qualche anno fa, crescendo è un po' svanita perché so che posso dimostrare di non essere solo questo personaggio", dice. "Non si è mai pronti a lasciare un personaggio perché voglio molto bene a Rosa, anche se è cattivissima. Però tutte le cose belle hanno una fine, quindi sono pronta a dire 'Ciao, Rosa'", conclude l'attrice.